In Irlanda i diritti delle donne hanno trionfato con un sonoro “Sì” all’abrogazione dell’ottavo emendamento della Costituzione che impediva alle donne di praticare l’interruzione della gravidanza, anche in caso di stupro o malformazioni gravi del feto. Secondo i primi scrutini il 70% degli irlandesi è favorevole all’aborto legale tra cui l’80% degli abitanti di Dublino, il 69% di quelli della Contea di Cork sud-centro, il 64% del Cork centro-nord e il 60% di Galway est.

Intanto arrivano le prime reazioni tra cui il commento del primo ministro Leo Varadkar che ha dichiarato che si tratta del “culmine di una rivoluzione silenziosa che si è svolta in Irlanda negli ultimi 10 o 20 anni”. Il premier ha inoltre dichiarato che una legge sarà resa esecutiva entro la fine dell’anno: “Le persone sapevano cosa avevamo in mente e non penso che sarebbe giusto distaccarci da quello”.

È stato proprio il primo ministro Varadkar a promuovere il referendum in quanto considerava la legge attuale troppo restrittiva: “Mettiamo fine ai viaggi all’estero di tante donne” aveva dichiarato il leader del partito Fine Gael.

All’origine della decisione anche il caso di Savita Halappanavar, dentista di origine indiana che ha perso la vita nel 2012 all’ospedale di Galway a causa di una setticemia dopo che le era stata più volte negata l’interruzione della gravidanza che la stava lentamente portando alla morte. I medici che avevano trattato il suo caso non sono non riconobbero in tempo l’infezione del sangue ma non praticarono l’aborto nemmeno quando le condizioni della donna erano chiaramente critiche. La morte di Savita ha portato all’attenzione mondiale la condizione critica delle donne irlandesi che desiderano abortire e ha suscitato numerose polemiche in patria e all’estero.

Oggi quindi è un giorno storico per coloro che si sono battuti per il diritto all’interruzione di gravidanza ma lo è anche per coloro l’hanno ostacolato. La Chiesa non ha ancora espresso un parere anche se in uno degli ultimi comunicati stampa il vescovo della diocesi di Kerry Ray Browne aveva invitato la popolazione a votare no. Sulla pagina FB di un gruppo “pro-life” si legge “Anche se il 99% degli irlandesi avesse votato Sì, ciò non avrebbe cambiato il fatto che un bambino non ancora nato ha diritto alla vita”.