E così, l’Italia ha il suo governo. “Tutto è bene quel che finisce bene”, frase con cui Tolstoj avrebbe voluto intitolare un suo romanzo, a cui poi cambiò il titolo, accentuando la tragicità, scelta azzeccata, divenne Guerra e Pace.

Speriamo che la medesima tragicità non tocchi alla neonata terza Repubblica, che vede i suoi albori con la storica alleanza tra Salvini e Di Maio. (Sino all’altro ieri i rispettivi seguaci si lanciavano vicendevolmente frecciatine sui social).  E fa strano, sì, perché con questo nuovo governo, si stracciano alleanze e ne sorgono di nuove.

Tanto per esempio, Berlusconi e la Meloni sono fuori. E dire che avevano vinto assieme a Salvini, in coalizione. Acqua passata.

Il governo c’è, i nuovi ministri pure. La novità, anche.

Conte finalmente scriverà Premier nel curriculum, poiché così, forse, era destino.

Di Maio e Salvini sono i vice premier e sono anche ministri. Il primo del Lavoro, il secondo degli Interni. Reddito di cittadinanza e fermare gli sbarchi, queste si che son programmi.

Alla pubblica amministrazione la famosa avvocatessa Giulia Bongiorno, nota anche per aver cooperato con la presentatrice svizzera Michelle Hunziker per la difesa delle donne vittime di violenza.

Alll’istruzione, Marco Bussetti, laureato in scienze motorie, prima di esser ministro insegnava educazione fisica in una scuola media.

Ai Beni Culturali un bocconiano, professore di Management, Bonisoli.

C’è anche un ministero del Sud, affidato all’ex impiegata Barbara Lezzi.

Il famoso Savona lascia il posto a Tria, al ministero dell’Economia (scusate per la rima), il quale rassicura e scongiura sulla ponderata uscita dall’euro italiana; ma Salvini lancia un avvertimento sui trattati, che potrebbero essere rivisti.

E tuttavia Savona ottiene un posto ancor più scattante: ministro per i rapporti con l’Europa. Ora andrà a far tremare Madame Merkel?

Al ministero per la Famiglia, c’è Lorenzo Fontana, leghista cattolico e conservatore, con una forte coscienza storica dell’Europa e dell’Occidente. Rassicura che cambiare le unioni civili non sarà la priorità.

Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, onorevole dal ’96, e annoverato tra i Saggi del Paese.