L’eruzione più violenta degli ultimi anni, quella che era iniziata in sordina il 3 giugno scorso in Guatemala, ha colto di sorpresa le autorità locali. Le prime nubi sopra il vulcano non sono state considerate come un pericolo imminente.

A differenza di quanto è accaduto alle Hawaii, il bilancio in Guatemala è molto più drammatico e uno dei più tristemente noti vulcani, che si trova a circa 70 chilometri a sud-ovest di Città del Guatemala, sta tenendo fede alla sua fama sprigionando in cielo cenere, gas micidiali, lava e fango con rapidi getti, diversamente della lenta e graduale fuoriuscita di lava che ha caratterizzato l’eruzione del Kilauea.  

Una eruzione di questa portata non si vedeva dal 1902, quando le vittime furono migliaia. Un’altra grande eruzione del 1974 distrusse le coltivazioni circostanti ma non si registrarono vittime.

La struttura geologica del Guatemala consente di eruttare una miscela mortale di magma più denso e viscoso intrappolando aria fino a quando non si crea una pressione tale da generare eruzioni esplosive e rapide.

Più di tremila persone hanno dovuto abbandonare in fretta le proprie abitazioni per fuggire dalla furia del vulcano che ha causato 69 vittime e 46 persone feriti. Si teme che il numero aumenti. Il direttore del National Institute of Forensic Sciences, Fanuel Garcia, ha detto che l’agenzia sta lavorando per identificare i corpi dei deceduti ma è molto difficile farlo perché alcuni dei defunti a causa delle condizioni dei cadaveri. Occorrerà procedere con il prelievo dei campioni di DNA per identificarli.

Senza dimenticare più di 1,7 milioni di persone colpite in qualche modo da questa eruzione, e oltre 2 mila sfollati ospitati nei dipartimenti di Escuintla (sud) e Sacatepequez (ovest) che insieme con il Chimaltenango (ovest) sono i più colpiti dalla eruzione vulcanica.

I soccorritori hanno detto di aver trovato corpi coperti da cenere che sembravano statue. L’inalazione di cenere calda e gas hanno soffocato le persone rapidamente. Uno scenario simile all’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. a Pompei.

La nube ardente scesa lungo le pendici del vulcano ha raggiunto temperature di almeno 700 gradi e ha trascinato tutto quello che ha incontrato, dagli alberi alle rocce, con un flusso che ha raggiunto una velocità superiore ai 100 chilometri orari. Il mix letale di materiale vulcanico e gas ad alta temperatura ha raggiunto i centri abitati, investendo le persone e causando vittime. Il vulcano de Fuego, uno dei più attivi dell’America centrale, raggiunge un’altitudine di 3.763 metri e secondo gli esperti è stata la più violenta degli ultimi 40 anni.

Il presidente Jimmy Morales ha decretato tre giorni di lutto e uno stato di calamità nei tre dipartimenti interessati, chiarendo anche le voci false che il suo governo avrebbe rifiutato l’aiuto delle nazioni, esortandoinvece i guatemaltechi, i media e le altre nazioni a lavorare insieme.