350 favorevoli, 236 contrari e 35 astenuti

Tra gli astenuti, la bionda iridescenza di Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia; tra i contrari l’aut aut del Cavaliere di Forza Italia. Tra coloro che hanno gridato – le parti si sono scambiate – il capogruppo dei democratici, Graziano Del Rio che accusa gli eletti di essere dittatori: “tutti i dittatori lo fanno in nome del popolo. Parlo della storia  e non di voi.”

Il discorso di Conte, dal canto suo, stupisce non poco: tra i vari punti toccati, vi è quello di una “Russia più vicino all’Europa” complice anche l’influente – e forse correlata – visita di Putin al cancelliere austriaco Kurz. Putin, d’altra parte, si è detto pronto a riaprire tutti i rapporti con l’Europa, chiusi dalla precedente politica oltranzista democratica (almeno di facciata).

Comunque, ottenuta la fiducia, Conte ha replicato. Alla sua sinistra Salvini non c’era: era appena andato via, per un comizio, a Brindisi. La proclamazione viene letta dal presidente della camera Fico, che si congratula per i 4 voti in più, non previsti.

Il discorso di Conte para molti punti critici, tra questi: “Rivolgo un saluto al Presidente della Repubblica, in quanto garante dell’unità nazionale” ovvero: ha parato il tiro dopo i ferri corti col veto del Presidente. Poi ovviamente i migranti: “basta il business sulle loro pelli – dice – e apre alla Russia. Fermarne le sanzioni e aprirsi ad essa, è una priorità.

Applausi, incertezze, fibrillazioni. Una nuova epoca è in corso.