Con questi numeri la popolazione di Losone ha bocciato la riapertura per tre anni del Centro d’asilo alla ex-caserma ai migranti. Un risultato impressionante, che mostra l’enorme divaricazione che sussiste tra il popolo e i suoi (presunti) rappresentanti.

Il massimo delle figure barbine l’hanno fatto… … No, non lo diciamo. Lasciamo al lettore il piacere di indovinare.

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GIORGIO GHIRINGHELLI  Se il Consiglio comunale non rispetterà il voto popolare il Guastafeste lancerà un referendum

I losonesi hanno detto un chiaro NO alla riapertura del centro per richiedenti l’asilo per altri tre anni. Con l’aria che tira in tutta Europa nei confronti dell’invasione di migranti economici africani e asiatici , non occorreva essere degli Einstein per immaginare che sarebbe finita così.

Al contrario del Municipio, della maggioranza dei consiglieri comunali (20 su 35) , del gruppo della sinistra, del PPD , della locale sezione dell’UDC e del parroco, il popolo non si è lasciato incantare dagli appelli alla solidarietà e non si è lasciato sedurre dalla prospettiva di incassare un affitto di 600’000 franchi all’anno dalla Confederazione.

Hanno finito con il prevalere i motivi legati alla sicurezza e all’ordine pubblico. Il NO popolare costituisce una bella legnata anche per la politica dell’asilo troppo assistenzialista nei confronti dei migranti economici e troppo onerosa per i contribuenti svizzeri messa in atto dal Consiglio federale e in particolare dalla consigliera federale Simonetta Sommaruga.
Cosa ci vuole ancora per far capire ai politici ed ai Governi di tutta Europa, bastonati a tutte le più recenti elezioni svoltesi in vari Stati, che i popoli europei sono stufi di assistere impotenti alla vera e propria invasione del loro Continente in atto da diversi anni (con 3,3 milioni di richiedenti l’asilo sbarcati negli ultimi tre anni)?

Il No dei losonesi rappresenta una sberla anche per la stampa nazionale e ticinese, che negli ultimi anni si è data molto da fare per esaltare ogni iniziativa a favore dei richiedenti l’asilo evitando invece di mettere in risalto con la dovuta trasparenza le gravissime conseguenze che in un prossimo futuro, con matematica certezza, l’attuale politica di immigrazione incontrollata comporterà sia sui costi sociali (in un Continente dove la povertà e la miseria sono già molto diffuse) e sia sulla strisciante islamizzazione della società europea : conseguenze che favoriranno l’esplosione del razzismo , della criminalità e del terrorismo, a danno della pace, della sicurezza e della stabilità politica a livello europeo, dove già c’è chi – come il presidente francese Macron – evoca apertamente il pericolo di guerre civili.

Nell’ambito della rubrica “Storie” la RSI aveva perfino diffuso un documentario dall’emblematico e fuorviante titolo “Benvenuti a Losone”. Bene, ora, grazie a chi ha voluto tirare troppo la corda abusando della pazienza dei losonesi, sappiamo che per la maggior parte della popolazione losonese i richiedenti l’asilo che per tre anni la Confederazione aveva imposto al Comune di ospitare non erano benvenuti , e che il lavaggio del cervello messo in atto dagli organi di informazione (compresi il bollettino parrocchiale e il bollettino ufficiale del Comune) non ha raggiunto lo scopo.

Ora la parola passerà al Consiglio comunale, che, presumibilmente verso metà luglio, sarà chiamato a decidere se affittare o meno l’ex-caserma alla Confederazione. E’ vero che il Legislativo in questo caso non è tenuto a rispettare l’esito delle urne, dato che si trattava di una votazione consultiva giuridicamente non vincolante e dunque puramente indicativa, alla stregua di un sondaggio. Ma dal punto di vista politico una decisione contraria a quella indicata dal Popolo potrebbe rivelarsi un boomerang per quei partiti e quei consiglieri comunali che dovessero sostenerla (le elezioni comunali si avvicinano…) .

Infatti se il Consiglio comunale dovesse votare a favore della riapertura del centro d’asilo il movimento del Guastafeste lancerà un referendum assieme al Comitato del NO, alla Lega dei ticinesi e a tutti quei cittadini che saranno disposti a collaborare con noi, ed è facile immaginare come finirà….

Giorgio Ghiringhelli