Conosco Carlo Sortino da poco tempo. Sapevo che stava girando un film. Incuriosito, sono andato a trovarlo sul set, al ristorante Orologio e al pub Number One. A un certo punto gli ho detto: “Lei ha tante cose da raccontare. Non vorrebbe confidarsi ai miei lettori?”. Detto, fatto.
Un’intervista di Francesco De Maria.
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Carlo Sortino, qual è la sua più grande passione?
Nessuna esitazione: il cinema.
Vuole presentarsi ai lettori di Ticinolive?
Sono nato a Torino nel 1949. Non ho fatto grandi studi, solo fino alla terza media. Ho fatto il rappresentante, ho fatto vendita porta a porta. Era un’attività interessante, soprattutto per il contatto che si allacciava con le persone.
E poi?
Ho fatto il cantante, anzi lo faccio ancora. Accompagnato dalla mia fedele tastiera ho cantato nei locali, sui battelli che solcano il lago di Lugano, ai matrimoni e ai compleanni. Ho avuto un ruolo anche alla Rsi, collaborando per 3 anni a “Molla l’osso” di Clarissa Tami. La mia specialità sono le canzoni anni Sessanta.
Anch’io le amo molto, sono insuperabili e indimenticabili. Ha smesso di cantare?
Certo che no. Se mi chiamano, sono ancora disponibile.
Veniamo dunque al cinema, che abbiamo citato in apertura. Lei che cosa sta realizzando?
Ovviamente un film. Il mio 13° film.
Come si intitola?
“Tutto in 7 giorni”.
È già pronto?
Beh, le scene sono già state tutte girate, ma poi c’è il montaggio, le musiche, i titoli… Sarà presentato in novembre a Bellinzona.
Ma dove si possono vedere i suoi film?
Su YouTube.
Sono dei cortometraggi?
No, durano 75-80 minuti.
Qual è stato sinora il suo più grande successo?
Il film “L’autostop”, che ho realizzato nel 2016 e che ha avuto 1.336.000 visualizzazioni.
Un numero incredibilmente alto!
È certificato, può credermi. Le posso confessare che era un film diverso dal mio solito. Un thriller, un “noir”, con scene particolarmente dure e violente. Io amo soprattutto il genere sentimentale. Ma per una volta ho voluto essere diverso… ed è stato un successo, una bomba.
Forse è per questo che ha avuto un successo così grande…
(sorride) Conosciamo tutti i gusti della gente.
Altri titoli importanti?
“Innamorarsi alla mia età”, “Amore crononauta”, …
Letteralmente “amore che naviga nel tempo”. Mi piace. Con i suoi film ha vinto anche dei premi?
Sì. A Torino, a Brescia al festival del cinema intercomunale e a Milano al Lion’s Movie & Food.
Torniamo a “Tutto in 7 giorni”, il film in corso d’opera. Ce ne racconterebbe la trama?
È la storia di un quasi settantenne con le manie di grandezza che si fa abbindolare da una giovane e bella cameriera russa che lo porterà dritto dritto a un’inevitabile tragedia familiare.
La sceneggiatura è sua?
Certo. Scrivere la storia mi appassiona ed è tratta da un mio fotoromanzo scritto nel 2006.
Si avvale di attori professionisti?
No! Sono tutti ragazzi amatoriali con la passione del cinema.
Chi fornisce il supporto tecnico?
Anche qui amici che si mettono volentieri a disposizione.
Ci racconti come opera sul set, nella sua qualità di regista. Qual è il suo stile di direzione, il suo segreto?
Nessun segreto. Tanta passione e consapevolezza dei miei limiti. Sin da ragazzino sognavo di fare l’attore o il regista .
Nella storia del cinema qual è il suo film preferito?
Incompreso! Del 1966! Ancora adesso ogni volta che lo guardo scende una lacrimuccia di commozione.
E tra i grandi Maestri qual è il più vicino al suo cuore?
Luigi Comencini.
Concludiamo la nostra intervista parlando della sua città, Torino.
Vero, Torino è la mia città e la amo. Ma guardi che anche a Lugano mi trovo benissimo. Da 40 anni!
Com’è il Torinese, che carattere ha, che gusti ha?
Riservato, un po’ diffidente e amante della cioccolata.
Come vede la grande storia di Torino e del Piemonte? Contea, poi ducato, poi regno di Sardegna, infine regno d’Italia?Che cosa resta di quella passata grandezza?
È stata la prima capitale d’Italia… il resto è tutto sui libri di Storia.
Che cosa predilige della sua città (e dintorni)? Quali monumenti? Quali ritrovi? Quali bellezze naturali?
Una delle pochissime città al mondo dove anche in una giornata di pioggia si puo’ tranquillamente uscire a passeggio grazie a chilometri di portici che vanno dalla Piazza Carlo Felice davanti alla stazione di Porta Nuova alla piazza Vittorio passando tra via Roma e via Po. Una città magica. La piccola Parigi. Con il suo parco del Valentino, la Mole Antonelliana simbolo di Torino e il suggestivo Borgo medievale sulle rive del fiume Po.
Esclusiva di Ticinolive