Vita non facile quella del consigliere federale Ignazio Cassis che negli ultimi giorni ha ricevuto diverse critiche. Qualche settimana fa le sue dichiarazioni sulle misure di accompagnamento avevano fatto indignanre la sinistra e i sindacati. Il consigliere federale aveva infatti dicharato alla SRF di essere disposto a dare delle consessioni all’UE per quel che riguarda le misure di accompagnamento alla libera circolazione delle persone.

Per esempio, allentare l’obbligo per i prestatori di servizi esteri di notificare la loro intenzione di cominciare a lavorare sul suolo svizzero almeno otto giorni prma di iniziare l’attività. Si tratta di una misura di protezione verso i lavoratori elvetici dai dumping salariale ed altre fome di abuso ed è stata criticata da Bruxelles. “Cassis ha perso la testa e mette in gioco tutti gli accordi bilaterali” ha dichiarato Paul Rechsteiner, presidente dell’Unione sindacale svizzera.

Queste dichiarazioni, assieme a quelle riguardanti l’agenzia dell’ONU per l’aiuto ai rifugiati palestinesi (UNRWA) sono costati a Cassis aspre critiche da parte del presidente del PD Christian Levrat.

A metà maggio Ignazio Cassis aveva fichiarato in un’intervista che gli aiuti ai profughi che vivono nei campi in Giordania e Libia impediscono la loro integrazione e alimentano il conflitto attraverso il nutrimento che si dà alla loro speranza di tornare.

“Politicamente e diplomaticamente maldestro”, così Levrat ha definito il consigliere federale ticicinese, aggiungendo che il politico è evidentemente “alla deriva”.

Duramente condannata anche la decisione di Cassis di autorizzare le esportazioni di armi svizzere verso i paesi in guerra: “Il signor Cassis pare considerare gli affari dei suoi amici venditori di armi più importanti della vita dei civili”.

Insomma per Levrat l’operato politico del capo del Dipartimento federale degli affari esteri è “triste” e a tratti rappresenta il “massimo del cinismo”.