Romeo e Giulietta
Vizzardo e Lavinia si amano
ma i Rusca e i Bosioni si odiano

Una terribile scia di sangue

Notte di Natale 1390. Il crepuscolo scende sul territorio. Nei paesi e nelle città la gente si prepara per la Messa di mezzanotte. Nella chiesa di Castel San Pietro, sul versante destro della Valle di Muggio, si riunisce l’influente famiglia Rusca con parenti, seguaci, guardie, servitori e contadini.

Mentre il parroco celebra la Messa di mezzanotte la porta d’accesso viene sfondata con violenza. Armi alla mano un drappello di uomini entra attraverso il varco nella piccola chiesetta accanendosi senza pietà contro i fedeli riuniti per la preghiera. Uomini, donne, bambini e il parroco, nessuno sopravvive al terribile massacro.

La notizia della insondabile malvagità si diffonde a macchia d’olio nel paese. Tutti sanno chi c’è dietro la carneficina. Antonio Busioni, il capobanda, proviene da una famiglia distinta della vicina Mendrisio. La subdola carneficina nella Chiesa Rossa è il culmine di una falda familiare che è già costata molto sangue.

I Rusca e i Busioni sono ferocemente ostili per ragioni politiche. Il Ghibellino Rusca, a Castel San Pietro, parteggia per l’Imperatore, mentre i Busioni di Mendrisio sono Guelfi dalla mentalità pontificia.

Ma l’amore non conosce i confini delle rivalità e dei partiti, così Vizzardo Rusca si innamora della bella Lavinia Busioni. Ma il giovane Vizzardo di nascosto sente affermare da Pietro Busioni che piuttosto che dare in moglie la sua unica figlia ad un Rusca preferirebbe ucciderla con le proprie mani.

Vistosi così malamente respinto giura sanguinosa vendetta. Con alcuni uomini appositamente assoldati attacca i famigliari del Busioni nel loro stesso palazzo uccidendo nove degli undici figli maschi. Vizzardo decide in seguito di fare nuovamente irruzione nel palazzo del Busioni a Mendrisio per rapire Lavinia, ma questi, già in allerta, fanno fallire il piano che gli costa così la vita.

Poco dopo, non sopportano il dolore per la perdita dei figli, viene a mancare il capo famiglia Pietro Busioni. La vedova Margherita manda i figli sfuggiti all’attacco, Antonio e Giorgio, in quel di Napoli per proteggerli dagli attacchi dei Rusca, i quali però non placano la loro sete di vendetta, infatti la rapiscono per poi seviziarla in modo orribile e abbandonarla senza vita e trasfigurata legata ad un albero nei pressi di Capolago. Questa terribile notizia giunge fino a Napoli ad Antonio e Giorgio che rientrano in gran segreto a Mendrisio, decisi a lavare la grave offesa nella chiesa di San Pietro.

Quella notte di Natale del 1390 persero la vita più di un centinaio di persone.

Lavinia, sconvolta per lo spargimento di sangue e ormai provata per essere stata suo malgrado la causa di questi terribili avvenimenti, si ritira in Convento a Belluno, mentre Antonio decide di espiare le sue colpe con un pellegrinaggio in Palestina La nave che lo trasporta all’assoluzione però affonda nel Mediterraneo senza lasciare superstiti. Il fratello Giorgio si ritira invece nel Castello di Belluno, sul lago di Como, e ne assume il comando.

(fonte; sito della parrocchia di Castel san Pietro)