Pontida 2018. Salvini accolto come una rock star (o come il Papa). Tra la folla un enorme tricolore, crocifissi branditi. bandiere della Russia, di Israele, della Catalunya nonché di tutte (o quasi) le regioni d’Italia, isole e meridione comprese, per es.dalla Trinacria sicula ai mori Sardi. Dal palco un enorme gonfalone Veneto riaccende negli animi la speranza d’autonomia veneta, mai sopita, anzi oggi accesa più che mai. Riferimenti storici e contemporanei, omaggio ai leghisti scomparsi, come l’On. Gianluca Buonanno, scomparso tragicamente due anni fa, di cui Salvini abbraccia l’illacrimata madre, in una scena commovente, prima del comizio. Tra ovazioni e commozione, è la più grande Pontida – più blù, meno verde – più grande di sempre.

Pontida 2018. Il Pratone è gremito, la folla è talmente accalcata che è impossibile passare. Ci assestiamo vicino alla transenna, da cui un maxischermo proietta i comizi in diretta. Iniziano i vincitori delle Regionali, tra cui brillano la nota luce di Luca Zaia – il Governatore del Veneto ordina al suo seguito di aprire un gonfalone con il Leone di San Marco enorme, rivendicando così l’Autonomia, obiettivo primo della sua regione – e la stella di Massimiliano Fedriga, giovane governatore del Friuli Venezia Giulia che ricorda come la sua neo regione sia appena uscita dall’associazione LGTB (lesbiche, gender transgender & co…) per «salvaguardare l’identità dei più deboli», i bambini, «bisognosi della famiglia naturale».
Parlano poi i Ministri, tra cui il Ministro della Famiglia Lorenzo Fontana, molto vicino – anzi forse ne è il massimo esponente – alle idee cattoliche conservatrici della famiglia naturale e dei valori cristiani, indi il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, che definisce la missione della nuova Lega «una sfida a chi ha distrutto l’economia» contro «chi ci vuole schiavi, incapaci di reagire».

Salvini Ministro
Conclude l’attesissimo discorso del leader del Partito, Ministro degli Interni, Matteo Salvini. Il popolo lo acclama, talmente forte che da principio stenta a cominciare. Poi ingrana, e si destreggia mirabilmente con gli italiani (e gli (ex?) padani). Ricorda come sia il centenario dalla fine della Grande Guerra 1918-2018; e di come «in onore di quei ragazzi che persero la vita e combatterono per difendere i confini» occorra oggi più che mai «difendere il nostro Paese»; ma ricorda anche come nel 1918 nascesse Gianfranco Miglio, il padre fondatore della Lega Nord, lanciando così un omaggio al senatore e anche al senatur, Umberto Bossi, il grande assente.

anche la chiesa lo sancisce, “stop invasione”
«è un popolo che ha ritrovato il suo orgoglio» dice Salvini che cita anche il Codice di Diritto Canonico cattolico, secondo la cui costituzione l’accoglienza debba essere effettuata «nei limiti del possibile», esonerando quindi un’Italia esacerbata dall’immane e gravoso compito dell’accoglienza indiscriminata e non diffusa su tutta Europa, attraverso (addirittura!… grande trovata) il diritto costituzionale di quell’Istituzione ecclesiastica che proprio in Italia ha la sua millenaria sede, la Chiesa. Ingegnosa stoccata a Papa Francesco.
E se il Pontefice aveva recentemente riferito di «atroci campi di tortura in Libia», Matteo Salvini ribadisce, dopo il suo viaggio in Libia, la sua gratitudine alle forze dell’ordine costiere libiche che «riportano in mare dei disperati» sui quali lucrano le aberrate Ong. «e proprio in questi giorni – continua Matteo – le navi degli scafisti, trafficanti di merce umana, hanno il carburante allo stremo ed i motori scoppiati, proprio in questi giorni in cui la marina italiana è, di fatto, esonerata dall’accoglienza delle barchette della fortuna (o, meglio, dei disperati).

“Via la Mafia” (e la scorta da Saviano)
Il Ministro passa alla mafia, elencando gli eroi che vi si opposero, e promettendo di estirparla «dalla Sicilia come dalla Lombardia»; stoccata dunque a Roberto Saviano, al quale -si sa – Salvini pondera di togliere la scorta. Egli noma infatti i menzionati eroi come «veri combattenti, che non si opposero a parole» per avere audience, bensì coi fatti.
Infine, parla di inasprire le pene per stupratori, pedofili e assassini, nonché maltrattatori di animali; e di «togliere alle forze dell’Ordine il Galateo, e restituire loro manganelli, taiser elettrici e pistole elettroniche.
Riaprite i manicomi
Oltre alla riapertura delle case chiuse, noto cavallo di battaglia della Lega degli ultimi anni, Salvini si appella alla giustizia amministrativa, implorando di comprendere «le difficoltà nelle quali furono gettate migliaia di famiglie, con la chiusura dei manicomi.»

E’ il mondo ad essere cambiato, non la Lega
Poi l’appello a restare uniti, la Vecchia Lega (nord) con la Nuova, tra chi è a Pontida da 20 anni e chi è al suo primo raduno. Poiché, conclude, non è la Lega ad essere cambiata ma il mondo.

Una lega nazionale, europea

Infine, l’avviso ai nemici dell’identitarismo, Macron, Merkel &Co, della nascita prossima di una Lega Europea, pronta a riunire ogni movimento identitario contro al nichilismo eurocrate.

CF