La situazione dei ragazzi thailandesi intrappolati dal 23 giugno nelle grotte di Tham Luang è sempre più critica e il loro salvataggio è diventato una corsa contro il tempo. Gli strumenti hanno rivelato che c’è sempre meno ossigeno nella grotta a causa del fatto che da quando il gruppo è stato localizzato, sempre più persone sono scese nella cavità. Le squadre dei Navy Seals capeggiate dal comandante Arpakorn Yookomgaew stanno ora cerncando di ottimizzare la quantità di aria portata all’interno delle grotte con un tubo lungo cinque chilometri.

E sarebbe stato proprio un calo di ossigeno a causare la morte di uno dei soccorritori. Il 38enne Saman Kunan, ex Navy Seal che si era congedato per lavorare come addetto alla sicurezza all’aeroporto di Bangkok, si era offerto come volontario e contribuiva a portare le bombole di ossigeno negli stretti cunicoli delle grotte. Si ipotizza che l’uomo abbia perso conoscenza per mancanza di ossigeno mentre stava attraversando l’ultimo tratto che conduceva verso la caverna. Il suo corpo è stato recuperato dai suoi compagni quando ormai era troppo tardi, vani tutti i tentativi di rianimazione.

Secondo le informazioni fornite dai soccorritori che hanno percorso la tortuosa via fino alla caverna, ci vogliono 11 ore di tempo per andare e tornare in superficie, per un totale di 4 chilometri di percorso. Il primo tratto rende possibile camminare con i piedi nell’acqua ma in altri punti è necessario immergersi. È impossibile che l’acqua lasci le grotte in tempi brevi ed è per questo che si tenta di trovare delle vie alternative.

Le ultime notizie riportano che i ragazzi hanno segnalato una via alternativa in una direzione dalla quale sentivano provenire le voci dei soccorritori. Gli scavatori hanno individuato un cunicolo di circa un metro di diametro poco lontano dalla caverna ma non è ancora chiaro se si tratta di una via percorribile.

Particolarmente preoccupanti appaiono le previsioni meteo: nelle prossime 48 ore potrebbero cominciare a cadere nuove piogge monsoniche sull’area della grotta Tham Luang che non farebbero altro che peggiorare la situazione. Se il livello dell’acqua salisse ancora, il percorso diventerebbe ancora più impraticabile.

Il comandante delle forze speciali thailandesi ha dichiarato: “Le condizioni meteo stanno cambiando in modo rapidissimo. Abbiamo tempi molto limitati, per tirarli fuori da là sotto. Potrebbe essere stata proprio l’acqua a spingerli nella posizione in cui sono e l’operazione per soccorrerli è difficilissima e rischiosissima. Sono pochissimi gli speleosubacquei che possono arrivare lì e non ci si improvvisa in questa attività”.