dal Mattino della Domenica

“Siamo alla resa dei conti. La situazione si è protratta troppo a lungo. La famosa Convenzione indicava il 2007 come termine per l’uscita dei “molinari”. Sono trascorsi ben 11 anni dalla scadenza, e nulla si è mosso. E’ ora di ripristinare il sedime e aggiungo anche che, a una prima lettura, il progetto della città per l’ex macello non mi dispiace. Ci saranno ancora da valutare molti aspetti, ma decisamente è un passo nella giusta direzione. Gli attuali occupanti semiabusivi dovranno farsene una ragione e trovare a loro spese un’altra sistemazione fuori dal centro cittadino. Il Municipio deve (non dovrebbe) essere più deciso nel far rispettare la propria autorità. (Ah Tiziano, come la fai facile!)

Il comparto dell’ex macello oggi fa schifo: eppure si tratta di un’area pregiata e abitata. Chi in quella zona ci vive, in questi anni ha subito fin troppo. Agli attuali occupanti dell’ex macello non resta che prendere ‘ la barcheta e ul camel e na fòra di scatol’. Ci sono diverse capanne in zona Denti della Vecchia. Natura e agricoltura a piacimento: anche questa è ‘cultura agraria’. E, per autofinanziarsi, i “molinari” potrebbero, perché no, vendere i loro prodotti al mercato di Lugano. Se questo accadrà, sarò in prima fila ad acquistare i loro prodotti a km zero, genuini e sani. Mi auguro quindi meno salamelecchi da parte dell’Esecutivo cittadino e più polso.”

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Mi permetto di portare una piccola esperienza personale, recente. Poiché era in corso al Macello l’esposizione di una artista, mi reco sul posto, in un rovente pomeriggio di giugno. La signora è sola e mi riceve con cortesia. Il locale è bello, ampio, alto, ben ristrutturato. Siamo soli. Conversiamo del più e del meno, di arte e di persone. Amo conversare, sono un tipo di compagnia.

A un certo punto le chiedo: “Mi dica infine, quanti sono questi molinari?” La mia domanda, fatta a bruciapelo, la sorprende. Esita. “Mah, una decina”. Sono stupito, nella mia ingenuità pensavo che fossero centinaia.

Ho l’impressione che il Municipio, che ha inondato il popolo luganese di una valanga di parole, sotto sotto abbia paura (ben si guarda dal confessarlo).

Anche il Sindaco talvolta mi lascia perplesso. Prima dichiara: “Sono deluso, coi molinari non si può discutere”. Ma naturalmente… “dobbiamo parlare, bisogna trovare un accordo”.

Insomma, si decida.

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Nelle sue esternazioni Galeazzi è alquanto provocatorio. La sua idea è chiara. Ma non ha alcun potere per realizzarla.