Questa lettera di Franco Celio la definirei sacrosanta. E contiene un giusto grado di indignazione. 

La nazionale ha giocato male, ha perso ed è stata eliminata. Essere sconfitti sul campo non è un disonore. Misera è stata la figura fatta da una Federazione che s’illude di acquisire dignità buttandosi la cenere in capo. 

Dopo essersi inginocchiati e profusi in scuse “politicamente corrette”, se la prenderanno con Miescher e magari lo butteranno fuori.

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Dopo la meschina figura che la Svizzera – intesa non solo come Nazionale di calcio, ma come Nazione tout-court – ha rimediato durante la recente partita a Kaliningrad contro la Serbia, per il comportamento scriteriato di due giocatori albano-svizzeri (o kossovo-svizzeri, poco importa), una proposta come quella di Alex Miescher era il minimo che si ci potesse attendere.

Purtroppo, c’era da attendersi anche la stizzita reazione degli ambienti «politicamente corretti», che se la prendono non già con gli irresponsabili autori del gestaccio anti-serbo, ma contro il poco furbo Miescher, come se fosse lui ad aver gettato discredito sull’intera nazione. Per costoro, il possesso di due o più passaporti, da tirar fuori a seconda delle convenienze, è un diritto sacro e «non negoziabile». Che poi ciò comporti una discriminazione a danno di coloro – e sono pur sempre la maggioranza! – che di nazionalità ne hanno una sola, e certi giochetti opportunistici non se li possono permettere, a costoro importa meno di nulla. Per essi, l’ideale sono le identità multiple (doppie, triple, quadruple. Chi può mettere limiti?). Chi non ce le ha, si arrangi! Comunque stiano tranquilli, gli esagitati nemici del povero Miescher. La proposta di quest’ultimo non avrà alcun seguito. Che cosa ci si può mai aspettare da una Federazione di calcio incapace perfino di prendere le distanze dai due facinorosi, e che non ha neppure avuto la dignità di rifiutare che la modestissima multa da essi ricevuta fosse pagata da uno Stato estero?

Franco Celio, Ambrì