Toni accesi, anzi bollenti, quelli tra lo scrittore Roberto Saviano e il Ministro Matteo Salvini, acerrimi nemici da tempo, viste le divergenti visioni (il primo osanna le Ong che portano i migranti in Italia, il secondo le denuncia aspramente vedendo in esse solo business sfrenato sulla pelle dei migranti).

Nella polemica era intervenuto pure il filosofo Diego Fusaro, il quale, spintosi al parossismo, aveva proposto di mantenere la scorta a Saviano, purché la finisse con le sue sceneggiate.

Lo scrittore, che-vive-sotto-scorta-con-l-l’attico-a-new-york (tanto ormai è diventato un mantra), aveva attaccato pesantemente il Ministro Salvini, chiamandolo, con il medesimo appellativo che Salvemini aveva attribuito al Ministro Giolitti (quindi manco in questo era stato originale), “Ministro della MalaVita”, accusandolo pesantemente di essere colpevole delle morti in mare dei migranti e di essere colliso con la mafia.

Il 17 luglio Saviano aveva scritto:

ASSASSINI! Ministro della Mala Vita, sui morti in mare parla di “bugie e insulti”, ma con quale coraggio? Confessi piuttosto: quanto piacere le dà la morte inflitta dalla guardia costiera libica, sua (mi fa ribrezzo dire “nostra”) alleata strategica? Lei che sottolinea continuamente di essere padre, “da papà” quanta eccitazione prova a vedere morire bimbi innocenti in mare? Ministro della Mala Vita, l’odio che ha seminato la travolgerà. Come travolgerà gli imbelli a 5stelle, e tra di loro l’impresentabile Toninelli, sodale del Ministro degli Interni in questa tetra esaltazione della morte degli ultimi della Terra.
E noi tutti, che oggi ci vergogniamo di vivere questi tempi per la nostra impotenza, abbiamo il dovere di ricordare i nomi di coloro i quali hanno legittimato questi assassini. Dobbiamo ricordare i nomi degli influencer cialtroni finanziati da Mosca, di quelli che all’occorrenza spacciano fake news ed elaborano teorie del complotto: i vostri nomi li conosciamo bene. Dobbiamo ricordarci dei giornalisti che hanno preferito cavillare per non prendere posizione, per calcolo o per mancanza di coraggio, e che magari tra qualche tempo diranno: “non ero io, non intendevo dire quello”. Dobbiamo ricordare anche il nome di chi ha semplicemente preferito ignorare e odiare: non basta non essere nessuno o nascondersi dietro un nickname. La Storia ti insegue. La Storia non dimentica.

Salvini lo aveva cercato di placare, annunciando la possibilità di una querela. Saviano era andato oltre. E così Salvini aveva risposto:

“Ho querelato Saviano, come promesso.
Accetto ogni critica, ma non permetto a nessuno di dire che io aiuto la mafia, una merda che combatto con tutte le mie forze, o di dire che sono felice se muore un bambino.
Quando è troppo, è troppo.
Baci😘.”

E così ieri Saviano a accusato il colpo, ma non ha taciuto:

“Il Ministro della Mala Vita si è deciso a querelarmi. Non ho avuto alcuna comunicazione ufficiale, quindi non so ancora chi sia il magistrato incaricato delle indagini, ma posso assicurare che appena lo saprò chiederò di essere interrogato. Oggi non bisogna arretrare di un passo davanti a un potere che ha il terrore delle voci critiche, che ha il terrore dei testimoni oculari delle nefandezze che si consumano ogni giorno nel Mediterraneo e, in definitiva, ha il terrore di chi ogni giorno afferma con forza che incutere paura è l’arma nelle mani di chi vuole restringere le libertà personali.

Non l’ho mai fatto, ma vi chiedo di essere oggi con me in questa battaglia: dietro l’angolo c’è la Russia di Vladimir Putin, modello del ministro della Mala Vita che, come è noto, ha spesso portato alle estreme conseguenze il contrasto al dissenso.

Tocca agli uomini di buona volontà prendersi per mano e resistere all’avanzata dell’autoritarismo. Anche di quello che, per fare più paura, usa la carta intestata di un Ministero, impegnando l’intero Governo contro uno scrittore. E sono sicuro che in questo “governo del non cambiamento” nessuno fiaterà, aggrappati come sono tutti al potere.
Io non ho paura.”

Resta ora da vedere chi la spunterà.