La scorsa domenica quattro turisti occidentali sono stati uccisi a Tagikistan, a 150 chilomentri dalla capitale Dushanbé, nella regione di Danghara. I quattro erano ciclisti e stavano facendo un giro in bici quando sono stati investiti da un’auto e poi attaccati con coltelli e armi da fuoco. Si trattava di due americani, uno svizzero e un olandese. Secondo il locale Ministero degli esteri altri tre ciclisti sono rimasti feriti ma non sono in pericolo di vita, tra i feriti ci sarebbe un altro cittadino elvetico. Quest’ultimo sarebbe già in contatto con i suoi famigliari e le autorità locali.

“Attualmente le autorità stanno vagliando tutte le ipotesi” ha referito il ministro dell’interno Ramazon Hamro Rahimzoda. Inizialmente si era presa in considerazione l’eventualità di un incidente stradale con omissione di soccorso ma lunedì l’ISIS ha rivendicato l’attacco. Come anche in passato tuttavia, l’organizzazione terroristica non ha fornito alcuna prova della veridicità delle sue affermazioni e pertanto anche altre piste rimangono tuttora aperte.

La polizia tagika ha referito che un sospetto è stato arrestato, due sono stati uccisi durante l’operazione della polizia e altri tre sarebbero ancora in fuga. In un comunciato diffuso dal Ministero dell’interno tagiko si legge che l’omicidio dei turisti occidentali è stato ordinato da uno dei componenti del Partito di rinascita islamica, un partito all’opposizione messo fuori legge nel 2015. Il nome del sospettato è Nossirkhoudjy Abaydov e secondo il ministero l’uomo è gia stato arrestato.  Alcuni media tuttavia ipotizzano che non è detto che le informazioni diffuse dalle autorità tagike corrispondono alla realtà e che potrebbe essere un tentativo dell’attuale governo di mettere in cattiva luce l’opposizione.

Il presidente tagiko Emomali Rahmon ha inviato le sue condoglianze ai paesi d’origine delle quattro vittime, USA, Svizzera e Paesi Bassi e ha istituito una commissione d’incheista per far luce sulla vicenda.