Tragedia in Indonesia, devastata da un tremendo terremoto di magnitudo 6.9 che l’ha colpita domenica scorsa. L’epicentro del terremoto si trova a un paio di chilometri da Loloan, a circa 10 chilometri di profondità. Il bilancio parla già di oltre 140 morti e 209 feriti ma la situazione rischia di peggiorare: “Dobbiamo tirare fuori i corpi da oltre 13mila case crollate” ha dichiarato la protezione civile locale. La scossa principale è stata seguita da altre scosse di assestamento di altissima intensità che hanno provocato a loro volta delle vittime. Numerose persone si sono riversate sulle strade in preda al panico.

La più colpita è sicuramente l’isola di Lombok dove almeno 600mila persone sono rimaste senza elettricità e decine di villaggi rimangono tuttora inaccessibili. Come se non bastasse, la siccità ha anche ridotto notevolmente le riserve di acqua potabile.  Catastrofiche le condizioni dell’ospedale di Lombok che è stato evacuato a causa della mancanza di elettricità. “Ha bisogno di paramedici. Non c’è abbastanza personale e mancano i farmaci” ha detto un medico locale.

Per adesso non si ha notizia di vittime tra i turisti stranieri. Le isole di Gilli, famose per essere un paradiso turistico, si stanno ora svuotando in fretta, le imbarcazioni che devono portare le persone sulla terraferma sono letteralmente prese d’assalto da indigeni e stranieri. “In 200 hanno già abbandonato le tre isole e ce ne sono ancora circa 700 in attesa di evacuazione” ha referito il portavoce dell’agenzia nazionale per la gestione delle calamità naturali. Alcuni italiani sono tuttora bloccati sull’isola e portano le loro testimonianze su Facebook e altri social network. Uno di loro ha scritto: “Il villaggio è crollato quasi interamente, abbiamo passato la notte su una collina per il rischio tsunami e dall’alba aspettiamo i soccorsi indonesiani. Ci sono stati morti e feriti e il cibo è finito”. Tra i testimoni anche il ministro dell’interno di Singapore K. Shanmungan: “A un certo punto le pareti hanno cominciato a oscillare violentemente: si sono aperte crepe ed era praticamente impossibile rimanere in piedi. Ho sentito grida.”

L’Indonesia non è di certo nuova ad eventi catastrofici di questo tipo. Il paese si trova infatti sulla cosiddetta “cintura di fuoco”, luogo in cui placche tettoniche si incontrano generando eruzioni vulcaniche e terremoti. È proprio lì che è avvenuto il famoso tsunami del 2004 che ha causato la morte di 220mila persone.