Scopo di questa ampia e approfondita intervista è la presentazione di una novità letteraria di sicuro interesse, la raccolta poetica “Un mondo migliore”. Daniela Patrascanu è nata in Romania, ha vissuto a Firenze e da alcuni anni risiede a Lugano. È artista pittrice e si esprime creativamente anche nel campo della moda. Dopo un intenso lavoro di preparazione si lancia oggi nell’arena poetica con questo suo primo libro, fresco di stampa. Le prime reazioni del pubblico sono state di vivo interesse e di favore.

Un’intervista di Francesco De Maria.

2018

Francesco De Maria  Apro l’intervista con una domanda fondamentale: come nascono le Sue poesie? In che modo, in quali momenti, per soddisfare quali bisogni? C’è una circostanza particolare? Un luogo? Un’ora del giorno o della notte?

Daniela Patrascanu  Domanda fondamentale che apre una porta verso una camera misteriosa. Le mie poesie, così come i miei disegni e dipinti, nascono proprio quando è il momento giusto. Da piccola disegnavo quasi in continuazione, quando non leggevo, mentre si parlava o si ascoltava il teatro radiofonico. I miei disegni non erano compresi dai miei genitori, considerati da loro scarabocchi, ma hanno sempre parlato di me, del mio mondo interiore. Sono originali, criptici, ma se qualcuno dotato decide di indagare, scopre una moltitudine di cose interessanti. L’anima o, per chi preferisce, il subconscio, dipende da quale prospettiva si indaghi, comunica. E lo fa quando non deve più rimanere invisibile. La prima poesia l’ho scritta a 15 anni. Probabilmente, questo nuovo canale di comunicazione voleva essere più accessibile alla comprensione degli altri, anche se, inizialmente, non leggevo niente a nessuno. Io scrivevo per dare vita e immortalare, oltre tutto. Sono una creativa, questo è un dato di fatto. A 16 anni ho avuto le prime poesie pubblicate sui giornali della mia città, dunque apprezzate dagli editori in primis, e poi si è aperto il terzo canale di comunicazione attraverso il teatro, che mi ha dato l’opportunità di esprimere un altro mio talento. Ero un’adolescente in piena scoperta del proprio Sé che non voleva più essere la bambina introversa e timorata e pretendeva il suo spazio nell’Universo. Dunque, le circostanze sono varie, come gli orari, e convergono tutte verso la creazione e la divulgazione, anche con la consapevolezza che non tutti siano adatti per comprendere ma con la speranza che alcuni possano realmente capire, comunicare, scambiare emozioni, crescere, migliorare e aiutare a migliorare il mondo in generale.

“Un mondo migliore”. Perché ha scelto questo titolo?

Inizialmente è nato il dipinto con questo nome, quello in copertina, che rappresenta un portale verso un’altra dimensione, sicuramente migliore, come ho sempre aspirato di trovare nelle varie fasi della mia vita. La tela si trova attualmente nella pinacoteca della Regione Toscana a Firenze, in seguito alla mia mostra personale del 2009. L’idea di pubblicare un libro con le mie poesie mi era venuta nel 2010, ma ero troppo impegnata con l’associazione culturale che avevo fondato e con la quale organizzavo mostre d’arte, recital di musica e poesia, presentazioni di libri… Nel frattempo partecipavo a qualche premio di poesia e pubblicavo qualcosa sui giornali. Solo quest’anno ho sentito proprio la necessità, come se fosse una missione, di raccogliere le poesie scritte in Italia e Svizzera, posizionarle in un determinato ordine e trasmettere a chi è capace di ricevere le mie intense emozioni, parte del mio vissuto. Non avevo preventivato la positiva reazione di tante persone e questo costituisce una bellissima sorpresa per me, conferma anche il fatto che la poesia arrivi direttamente e in profondità, rispetto ai disegni o ai dipinti più criptici. Ho scoperto tante persone sensibili e alcune, aride o acide, sensibilizzate dopo la lettura e questo fenomeno mi riempie di gioia.

Secondo Lei, concretamente, con il trascorrere degli anni il mondo tende a diventare migliore?

Questo secolo è iniziato con una serie di cambiamenti drastici che hanno segnato una nuova era. Dal punto di vista tecnologico, il mondo può sembrare migliorato grazie a certe facilitazioni, sicuramente, ma dal punto di vista dell’umanità delle persone ne dubito. Siamo quasi tutti connessi sui social ma non nella vita reale, non come prima. Quasi tutti vogliono diventare protagonisti di una vita non propria ma di un modello di vita. Apparire è sicuramente più contemplato di essere, la cultura non ha più il valore di prima ma importante è ostentare lusso e un corteo di fan per indurre la gente a credere di contare. La massa è dipendente dal numero di like che, secondo lei, attesterebbe il reale valore ma così non è. La serie “Black mirror” su Netflix apre lo scenario di quello che l’umanità diventerà fra qualche anno. Io continuo a desiderare un mondo fatto di gente saggia, benevola e costruttiva, questo sarebbe per me il mondo migliore, non un mondo dominato dall’invidia, malvagità, distruzione e falsi idoli immeritevoli e ingannevoli. Per non parlare della schiavitù più o meno percepita ma presente sotto varie forme, in primis quella dello smart phone, tanto per fare un esempio. Le dipendenze da certe apparecchiature e situazioni tolgono l’attenzione da quello che si perde; l’educazione, il buon senso, la logica stanno per sparire in una società basata su un modello creato a tavolino per intrappolarci in una realtà meravigliosa ma illusoria. So di essere dissacrante dicendo questo ma è quello che penso. Sono nata libera pensatrice e morirò così, il pensiero unico imposto non fa per me.

Il libro si suddivide in quattro parti: “Amore puro” (il figlio), “Amore ed Eros”, “Filosofia” e “ Imperfezioni”. Vuole illuminarci?

Volentieri, sono sempre pronta a illuminare. L’amore per un figlio è puro, incontaminato, incomparabile con un amore per un’altra persona. Quello che si prova per un essere che prende vita e si sviluppa nel tuo corpo, modificandolo, entrando in simbiosi è superiore a qualsiasi altro tipo di amore. Almeno così è per me. L’infatuazione, l’amore platonico o l’amore passionale per un uomo non hanno l’intensità, la profondità e l’immortalità dell’amore per mio figlio. Alcuni durano quanto un fuoco di paglia, altri giorni, mesi o anni e possono lasciare traccia della loro esistenza, possono insegnare, possono regalare momenti piacevoli, ma stanno su un altro piano.

Per quello che riguarda la sezione “Filosofia”, dentro ci sono pensieri filosofici intrecciati con la mia spiritualità. Da piccola facevo dibattiti con mia nonna, persona molto religiosa, la mia maestra, i miei docenti e contrastavo tutto quello che mi suonasse illogico, sbagliato, falso. Ho sempre cercato la verità nascosta. Da bambina e adolescente non facevo altro che leggere, studiare, indagare per trovare il senso della mia esistenza interconnessa a persone talmente diverse da me, a partire dai miei genitori. Mi sono avvicinata alla psicologia e alla filosofia e questo si potrà capire leggendo le poesie scritte in quel periodo che pubblicherò il prossimo anno in un volume o due in rumeno e italiano.

La sezione “Imperfezioni” denuncia dei comportamenti umani molto conosciuti con cui la maggior parte delle persone ha famigliarità. Prendo come esempio l’Invidia, che affligge in modo particolare. Io penso di non averla nel mio DNA, visto che mi viene spontaneo fare dei complimenti, congratularmi, applaudire per ogni persona meritevole, per ogni aspetto ammirevole, per ogni lavoro ben fatto. Invece mi trovo a combatterla da quando ho ottenuto il primo riconoscimento pubblico, da adolescente. Non è una mia colpa se sono dotata di vari talenti, se ho un I.Q. e una cultura superiore alla media, se sono una donna affascinante. Questi sono dei meriti e la gente non dovrebbe sentirsi vuota o frustrata paragonandosi con me, bensì percepire uno stimolo per tentare di migliorarsi. Invece la reazione di alcuni è quella di negare l’evidenza, di cercare di sminuire l’altro criticandolo o deridendolo con gli amici, nel vano tentativo di coprire di fango.  Se le persone decidessero di fare introspezione magari riuscirebbero a trovare tanti diamanti grezzi da valorizzare. Solo con delle persone in grado di migliorarsi può essere possibile un mondo migliore, ed è questo che voglio far capire e che, sorprendentemente, riesco a far succedere con il mio libro. Ci sono delle conoscenti che hanno mutato le chiacchere da comare in tempo impegnato in modo produttivo trasformato in dipinti, poesie, creazioni fatte a maglia e si sentono meglio. Le loro energie distruttive le hanno modificate in energie creative ed io non posso che essere felice di questo. Non sono più acide o rigide nei confronti del prossimo, hanno acquisito dolcezza e serenità. Io le incoraggio e spero che diventino sempre più brave.

C’è un’idea poetica che non è ancora riuscita a realizzare, in altre parole una poesia che non è riuscita a scrivere?

Io non mi impongo mai di scrivere su una determinata cosa, tutto nasce in modo spontaneo dalle emozioni positive o negative che mi invadono. Il mio mondo interiore è connesso con quello esteriore con cui interagisco in maniera diretta. Certo è che non potrei scrivere a comando come non posso disegnare o dipingere a comando, anche perché non mi piace essere comandata da nessuno e da niente. I lavori su commissione non fanno per me. E quello che mi lascia indifferente non rientra nella mia sfera di azione. Io scrivo per me in primis e poi regalo sensazioni e insegnamenti a chi ne può fare buon uso.

Lei ama recitare le sue poesie?

Assolutamente sì. Chi meglio di me riuscirebbe a interpretare con la giusta intonazione quello che ho scritto? Nessuno, e ho avuto la prova ad un Premio di poesia a Firenze quando, dopo aver visto rifiutare tre volte l’attrice a disposizione, mi sono impietosita e le ho permesso di recitare proprio la mia. Non l’avessi mai fatto! Me l’ha stravolta totalmente, da una poesia d’amore era risultata una poesia di odio detta con impeto e gli occhi fuori dalle orbite! Mi sono pentita amaramente e ho perso sicuramente dei punti, visto la quarta posizione ottenuta. Ma il punto è che mi ha fatto molto male sentirla declamata così, per me è stato come se avessi visto maltrattare mio figlio. Tutte le mie creazioni (disegni, dipinti, magliette d’autore o poesie) sono come dei figli per me e desidero il meglio per loro. Pensi che, una volta, un avvocato ha comprato due dei miei dipinti e li ha messi subito nel suo bellissimo studio ma, in quel contesto classico su sfondo marrone, stavano malissimo. Pur rischiando di essere controproducente, gli ho detto che forse non sono adatti per quel ambiente, li avrei visti meglio tra mobili bianchi o blu o lilla…Perché per me conta tanto l’armonia in ogni circostanza. Tutto quello che è disarmonico lo evito.

È “normale” che un poeta scriva una poesia per una persona amata. Scriverebbe una poesia per una persona che le sta antipatica?

Non scriverei per una persona antipatica ma di una persona antipatica e l’ho già fatto, la sezione “Imperfezioni” ne contiene alcune. “Subdola”, ad esempio, è scritta come reazione ad una signora ma potrebbe tranquillamente fare il caso di tante altre. Emblematica la domanda di un sessantenne dopo averla letta: “Ma tu hai avuto a che fare con una persona del genere?”. Ed io, più perplessa di lui:” Perché, tu no? Dove hai vissuto, su una nuvoletta in Paradiso? Beato te!”. Sto scrivendo anche un romanzo pieno di personaggi e situazioni estreme che potrà sembrare molto avventuroso ai lettori dalle vite piatte, penso. La mia vita è stata come andare sulle montagne russe quando non ero impegnata a fare il funambolo sopra un grande dirupo.

La poesia in rima non è di moda. Lei saprebbe scriverne una? O lo ha già fatto?

Con tutto il rispetto che io possa avere per la moda, non sono una sua vittima, anzi, spesso la creo, come facevo da adolescente disegnando e producendo da sola o con l’aiuto delle sarte abiti stravaganti e come lo faccio da tre anni con il mio brand Danadea. Anche nella poesia, poco m’importa se la rima sia di moda oggi, non sono una conformista e scrivo come mi pare, in rima o no, dimostrando versatilità anche in questo campo. Sicuramente per molti risulta più difficile scrivere le poesie in rima ma non per me, è tutto spontaneo. Il problema sarà tradurre le poesie in rima rumene e adattarle in italiano, ma preferisco mantenere intatto il concetto almeno, se non anche la musicalità.

Lei ha pubblicato il suo primo libro e questo incomincia a circolare. Che reazioni ha avuto dal pubblico? Quale è stata la cosa più bella che Le è stata detta?

Per me è stato sorprendentemente bello ed emozionante, perché avevo preventivato solo le reazioni delle solite pseudo amiche invidiose, quelle che fanno finta di niente per cercare di non darmi soddisfazione ma che sono informate, leggono di nascosto e si scambiano commenti con altre, indispettite: “ Ma non dipingeva e faceva le sue magliette, ora se ne esce anche con le poesie?!?”. Esilarante per me. A queste dico di tenersi bene perché, se l’anno prossimo mi viene il desiderio di incidere anche un singolo, vista la voce piacevole in dotazione, non so se sarà molto salutare per loro! Ma tornando alle reazioni dei veri amici, dei conoscenti o degli sconosciuti, sono stata piacevolmente sorpresa dall’impatto che le mie poesie abbiano avuto su di loro. Dal comico “Sapevo che fossi bella ma non che fossi così profonda” al “ Si legge in modo scorrevole tutto d’un fiato, quasi mi manca il respiro per quello che trasmetti!” mi si è aperto un mondo, quel mondo migliore sognato. Ho scoperto che basta poco per far sciogliere il ghiaccio che copre certi cuori, che il calore e la luce agiscono in tempo record e che creano terreno fertile per seminare amore e consapevolezza. Molti volevano leggere solo per curiosità e si sono trovati collegati con me in modo inimmaginabile.

Tra tutti i generi letterari, Lei pensa che la poesia possa ambire a un successo commerciale?

Se mi avesse fatto questa domanda un mese fa, avrei risposto fermamente convinta “No”. Adesso invece, in seguito al successo di pubblico e a delle proposte di un editore che valuterò con attenzione, costato che qualcosa si sta muovendo sul piano emozionale e quindi rispondo sibillino “Tutto è possibile.”

Lei ha composto poesie anche in rumeno e le sta traducendo in italiano. Come affronta questo difficile esercizio?

Il rumeno è una lingua neolatina, ci sono certe similitudini con l’italiano. La difficoltà proviene dalla complessità dei concetti espressi. Le poesie di quell’epoca sono molto più profonde e ricche di emozioni. Quando le ho scritte vivevo in una doppia dittatura, non dimentichiamocelo, dunque esplorare quel mondo è un viaggio verso il centro della terra, se ci riferiamo in termini di profondità. In confronto, “Un mondo migliore” sembrerà una gita in barca in una giornata ventosa. A 15 anni io leggevo Kafka, mi piacerebbe conoscere un adolescente svizzero che abbia fatto questa scelta di lettura, davvero. Con quelle poesie non solo si sperimenteranno sensazioni inedite ma si otterrà la forza di combattere per ogni lettore che abbia qualche sofferenza nascosta da metabolizzare e portare alla luce. Se io sono diventata la donna forte di oggi dopo tutte le vicissitudini passate, questo non può che stimolare e dare supporto a tutti i ragazzi incompresi o con delle ferite camuffate. Io mi considero una fenice e così sarà anche per loro.

Qual è il poeta italiano più vicino alla sua sensibilità? E tra i poeti del mondo di tutti i tempi?

Sicuramente Alda Merini. Ha esordito a 15 anni, proprio come me e ha avuto una vita molto travagliata, anche se in altri termini, ovviamente. Si è sentita una diversa incompresa per tutta la vita ma dopo la sua morte sono in tanti a conferirle il giusto apprezzamento, un classico. Alda l’ho scoperta da adulta, mentre nel periodo dell’adolescenza ero attratta dai rumeni Lucian Blaga e Nikita Stanescu, forse sconosciuti ai lettori svizzeri e italiani ma di grande importanza, e il francese Charles Baudelaire.

Lei ha vissuto a Firenze. Ha frequentato ambienti letterari in Toscana? Ha conosciuto poeti toscani? Ha proposto le Sue poesie?

Non solo ho conosciuto dei poeti toscani e li ho invitati alle serate di musica e poesia che organizzavo con la mia associazione culturale ma ho incoraggiato delle persone a scrivere e pubblicare nei momenti bui della loro esistenza. Per una di loro sono stata una vera talent scout. Mi piace scoprire delle doti e valorizzarle, molti non hanno il coraggio di esporsi per paura di essere derisi, specialmente se uomini sensibili. Quello che non tollero, invece, è la mancanza di gratitudine aggiunta alla competizione. Secondo me siamo tutti unici nel nostro genere e non dobbiamo essere competitivi, bensì esibire proprio per regalare agli altri delle emozioni, degli input. C’è posto per tutti sotto questo sole, non c’è bisogno di sgomitare, accoltellare spalle o passare sui cadaveri. Più gente lo capisce, più facile sarà costruire un mondo migliore.

Per concludere, come ci si può procurare il Suo libro?

Al momento può essere comprato alla libreria Il Segnalibro di Lugano ma potete contattare anche il mio staff sulle pagine FB “Un mondo migliore” e “Daniela Patrascanu Artist” o scrivere a info@unmondomigliore.ch

Buona lettura!

Esclusiva di Ticinolive