Oggi l’associazione ha tenuto una conferenza stampa a Lugano. Ticinolive vi ha presenziato in parte (per ragioni di tempo). Il testo non impegna la redazione, ma il portale rimane aperto a tutti i contributi.

La campagna, com’era prevedibile, sarà brevissima ma, si spera, di buon livello, leale e intensa. È un voto importante, per l’impostazione che verrà data alla nostra scuola e per le implicazioni finanziarie, che saranno notevoli.

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L’associazione “SÌ alla scuola di tutti” lancia la campagna per il SÌ alla sperimentazione per 3 anni de “La scuola che verrà” in votazione il 23 settembre.

Dopo l’ultima grande riforma risalente ormai agli anni ’70, la scuola ticinese ha bisogno di rinnovarsi. I bisogni educativi e le tecnologie a disposizione stanno cambiando velocemente e così pure i compiti che la nostra scuola deve assolvere per formare gli allievi. L’associazione SÌ alla scuola di tutti è convinta che occorra sostenere la sperimentazione della riforma “La scuola che verrà” per quattro ragioni fondamentali.

Se non proviamo non possiamo sapere. Una bocciatura alle urne di questa sperimentazione metterebbe un veto su qualsiasi rinnovamento della didattica scolastica ancora per molti anni, qualcosa che non ci possiamo più permettere. “Laddove gli altri cantoni provano e rinnovano la propria scuola, in Ticino rischiamo sempre di arenarci ancora prima di entrare nel merito dei progetti e restare indietro”, afferma Anna De Benedetti Conti, presidente dell’associazione.

I risultati della sperimentazione saranno valutati scientificamente. Al termine dei 3 anni di prova, uno studio indipendente di università svizzere avrà il compito di valutare se l’aumento delle lezioni con classi a metà avrà permesso agli allievi di acquisire più competenze nelle differenti materie. “La sperimentazione non sarà un UFO caduto improvvisamente sul Ticino da un’altra galassia. È frutto di un lungo lavoro e di lunghe consultazioni con docenti, esperti e genitori, i cui risultati sono stati anche molto critici. Per questo motivo sono convinta sia un progetto da sostenere”, Katya Cometta, vice-presidente dell’associazione.

La sperimentazione non è una riforma. Il Parlamento ticinese non ha approvato una riforma generalizzata, ma ha approvato la sperimentazione delle due varianti (“DECS” e “PLR”) per 3 anni. “Questa sperimentazione non si applicherà in automatico, ma dà il via libera unicamente al credito per potenziare l’insegnamento in 7 sedi ticinesi. Solo se la valutazione finale sarà positiva e i risultati degli allievi migliori, il Gran Consiglio aprirà la discussione su una riforma di più ampia portata” conferma Daniela Pugno Ghirlanda, deputata in Gran Consiglio e relatrice della commissione scolastica.

La sperimentazione non cambia i piani di studio, i programmi delle diverse materie, le ore lezioni complessive e resteranno pure invariati gli accessi alle formazioni scolastiche e professionali post- obbligatorie. Quello che cambia è il potenziamento e allargamento delle ore di laboratorio e atelier a nuove materie (come inglese, geografia, storia e civica e scienze naturali) e l’introduzione di una valutazione finale al termine della 4° media che includa sia le note sia un quadro descrittivo delle competenze dell’allievo invece della semplicistica etichetta A= bravo e B=non bravo. “Questa sperimentazione potenzia quello che già funziona, pur mantenendo gli obiettivi e traguardi attuali della Scuola media” afferma Stefano Imelli, direttore delle Scuole medie di Acquarossa. Nella scuola dell’infanzia ed elementare saranno aumentate le risorse di docenza (co-insegnamento) e la generalizzazione dei docenti di materie speciali, “per attivare percorsi educativi che tengano maggiormente conto delle diversità di competenze degli allievi” afferma Donatella Faldarini, direttrice dell’Istituto scolastico di Paradiso.

Bocciare il credito vuol dire fermare questa possibilità concreta per rinnovare la Scuola ticinese senza avere alcun piano alternativo. Si tratterebbe dell’ennesimo blocco che non giova a nessuno. Come genitori, nonni, docenti e cittadini vogliamo superare questo immobilismo dannoso per il Ticino e scegliere di rinnovare la scuola nell’interesse del futuro dei nostri figli.

Ass. “Sì alla scuola di tutti”