7 ottobre, Nostra Signora della Vittoria. Ovvero: apparizione della Madonna a Papa Pio V per la fermata dell’avanzata turca a Lepanto. Ad oggi: festa rinnegata, obliata.

14 agosto, ricorrenza dei Martiri di Otranto. Rifiutarono la conversione all’Islam e furono sgozzati, 813 teschi che dalle loro orbite vuote oggi fissano un altrettanto mondo vuoto aprirsi come una voragine sotto le loro ossa mischiate. Ricorrenza negata, troppo scomoda. 

30 maggio, Santa Giovanna D’Arco, arsa a Ruen a 19 anni per aver combattuto per la propria terra. Ricorrenza obliata, troppo populista, nazionalista, femminista e quant’altro. Meglio farla impersonare da una mussulmana, ipotizza già qualcuno, in Francia. 

Cos’hanno in comune, tutte queste ricorrenze cattoliche, oltre al fatto d’esser state schiacciate, forse, dal loro stesso immenso peso che ebbero nella Storia? Oltre all’essere tutte, costantemente, dimenticate? Oltre all’essere scomode? L’esser peculiari di un cattolicesimo estinto.

Santità, roba vecchia Quale cattolicesimo oggi parlerebbe di martiri, di santi, di eroi? Che cose stantie, da svecchiare! Occorre attualizzare tutto, snaturando la religione stessa. Indi, una volta destoricizzata, dedogmatizzata, questa religione ora non più pericolosa che di antico ha soltanto appiccicato addosso il nome di cristiana-cattolica, viene elargita a un popolo stanco di tradizione, con il cuore aperto e la mente chiusa. Chiusa nel senso che non occorre ragionare, se non per trovare l’assurdo nel Sacro, e nell’accogliere, indiscriminatamente. Amare, incondizionatamente, anche con stupidità.

Cristianesimo da dedogmatizzare Emblema di questa dedogmatizzazione del sacro in nome di un’infondata e cieca filantropia, sono battitori di tastiera per conto di case editrici ben accorte a lucrare sul buon cuore da chi, da tempo, ha chiuso libri e cervello, che, con vantata e sfacciata temerarietà deridono il cristianesimo e i suoi dogmi oppure li attualizzano: concretamente, per esempio, ecco che la Sacra Famiglia diventa la famiglia di Rom nel campo abusivo di ethernit dove splendono berline di lusso spuntate da chissà dove, piuttosto che gli importatori di leggi tribali africane nella culla d’Europa. Goliardia di una gioventù portata allo stremo ed al neo-socialismo ecclesiastico della maggior parte dei messi cattolici sono le due facce della colpevolezza della morte del sacro.

Storia da dimenticare Ah già, l’Europa non fu la culla della civiltà. Non generò eroi, né statisti, né grandi artisti, letterati, scienziati, navigatori, santi. No, no: fu la madre di un atroce popolo di crudeli dominatori bianchi, sterminatori delle minoranze, gran signori che misero alla loro mercé il loro stesso popolo e gli schiavi altrui. Non crearono nulla. San Benedetto Da Norcia, Giovanna d’Arco, Enea Silvio Piccolomini, Lorenzo il Magnifico, Giovanni dalle Bande Nere, Michelangelo… vecchiume da pagine polverose. Dante Alighieri, Cristoforo Colombo, Rudyard Kipling? Meglio dimenticarli, islamofobi guerrafondai razzisti! Aboliamo la Divina Commedia nelle scuole e se non si può, almen non si legga il canto 28, e l’affresco relativo ad esso lo si asconda nella chiesa di San Petronio in Bologna, non lo si mostri ai turisti! abbattiamo le statue di quel colonizzatore sterminatore di popoli (…ma i precolombiani furono sterminati dai Cortés e altri un secolo dopo e i  pellerossa furono sterminati da Custer e ben quattro secoli dopo…che importa, distruggiamone le statue e non parliamone più, la storia è da dimenticare!) e Kipling, vogliamo parlare di questo razzistone imperialista? Cancelliamone le poesie.  

Vedere il male nel proprio passato è il primo passo per l’autodistruzione Sia chiaro, non nego che il mondo cristiano non si macchiò di crimini, tutt’altro: i cattolici furono terribili con l’Inquisizione così come i protestanti lo furono coi cattolici, distruggendo chiese e quant’altro dello splendido patrimonio pre riformistico. Da Savonarola a San Carlo Borromeo, il mondo cattolico è colmo di personaggi pieni di luce quanto di ombre, ma proprio per questo l’oblio è la peggiore della condanna non già degli errori storici, quanto dell’esistenza nostra immanente nel presente, poiché, in fondo, senza quella storia, oggi non saremmo quel che siamo. Non oso pensare, vista la distruzione in atto oggi, cosa saremo nel futuro.

Il Cristianesimo e la Storia Il Cristianesimo fu in primis la più grande rivoluzione storica dell’umanità. Cambiò la concezione metafisica dell’uomo, cambiò la concezione spaziale temporale (da circolarità cosmica greca a semiretta romanocentrica alla retta infinita cristocentrica ad oggi dominante) a tal punto che ad oggi contiamo gli anni dalla nascita di Cristo. E pensare che c’è chi, in Unione Europea, ha proposto di  cambiare la numerazione degli anni domini. Pertanto, senza storia, il Cristianesimo muore.

Benedetto e Francesco Papa Benedetto XVI dichiarò Ildegarda di Bingen Dottore della Chiesa donando nuova luce alla storia. Papa Francesco parla forse di santi, dottori della chiesa e cultura cattolica? il cattolicesimo odierno risulta essere una filantropia destoricizzata attorno a un argentino bonaccione. Francesco parla forse dei santi che hanno fatto la tradizione del “vero” cristianesimo, al di là della fede di ciascuno? Tenta forse di trasmettere una fede ormai morta previa la storia della cristianità? Parla forse di teologia?

Apatia e assenza d’indignazione Le Femen protestano nel cuore della cristianità facendo gesti osceni col crocifisso. Il mondo cattolico si indigna? Parrà un mantra, ma nell’Islam l’indignazione per la presa in giro del loro sacro raggiunge il parossismo dell’estremismo e delle ritorsioni integraliste. Poiché è l’ultima religione ad aver mantenuto il senso – terribilmente forte, Khomeini docet – della propria identità, dominante, nei confronti delle altre, in primis, la nostra.

Che cosa resterà, dunque, della splendida Tradizione cattolica? Vestigia, e nulla più. Al pari di un’altra splendida religione ad oggi estinta, cuore pulsante dell’Occidente morente. Quella Pagana.

Chantal Fantuzzi

Il Tempio di Antonina e Faustina, nel foro romano, trasformato in chiesa dall’VIII al XVI secolo.