Se volete cancellare la nostra identità, fatelo tra le vostre mura domestiche! Non in Ticino né in Svizzera (titolo originale)

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Si riconosce in questo testo lo stile irruente e a tratti sarcastico del presidente Fiorenzo Dadò. Divertente l’uso del termine “radicalchic” e l’allusione alle “robuste” pensioni di certi personaggi (beati loro!).

Quanto alle “nebbie di un passato dimenticato” (espressione molto poetica) osserviamo che  1) noi lo ricordiamo benissimo  2) è in verità il presente che ci fa crepare.

Quanto all’iniziativa noi pensiamo (come Dadò) che si potrebbe impiegare il tempo in attività più utili.

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Ci risiamo, e non poteva essere altrimenti, visto che questi tentativi di rimozione identitaria si manifestano con una certa ciclicità. Un gruppo di ticinesi, tra i quali due ex Consiglieri di Stato radical chic dalle robuste pensioni per l’occasione riemersi dalle nebbie di un passato dimenticato, ha pensato bene di lanciare un’iniziativa per proporre il divorzio dalle nostre tradizioni.

Un’iniziativa che ha come preciso obiettivo quello di annullare ogni possibile collegamento con la nostra storia e le nostre – innegabili! – radici cristiane.

Un pericoloso tentativo quello in atto, proprio oggi che sempre più persone – confrontate con la frenesia, la superficialità e l’egoismo di questo mondo globalizzato nel quale viviamo – si sentono vulnerabili e disorientate. C’è al contrario un gran bisogno di certezze, di saldi legami con le nostre origini e di valori comuni attorno ai quali ritrovarsi e riunirsi. Non una cancellazione di secoli di tradizioni e di libertà portate avanti e soprattutto ottenute, con sudore e sangue, da coloro che ci hanno preceduti. Né tantomeno di guerre di religione, montate ad arte, dal sapore ottocentesco.

Basta con questi tentativi di boicottaggio della nostra identità in nome di un’uguaglianza dei diritti di tutte le comunità religiose. Così facendo saremmo sì tutti uguali, ma nel vagare senza meta e punti di riferimento.

Partito popolare democratico