“Bertoli ha mobilitato le truppe cammellate” “Sperimentazione farlocca”

Dalla messe di opinioni pubblicate sui giornali e sui portali online a sostegno della riforma “La scuola che (speriamo non) verrà” (SCV), emerge con prepotenza che il direttore del DECS Manuele Bertoli ha mobilitato le truppe cammellate.

Speriamo almeno che gli interventi in questione siano farina del sacco di chi li firma, e non frutto della penna (della tastiera) di qualche scriba dipartimentale pagato dal contribuente.

E’ manifesto che il direttore del DECS teme che la votazione popolare sulla “scuola rossa” possa risolversi, per lui, in un’asfaltatura analoga a quella rimediata sull’insegnamento della civica. Per questo è assai nervoso. E’ comprensibile. Del resto, non si è mai visto che un Consigliere di Stato – o, più probabilmente: i suoi scriba di cui sopra – replicasse a stretto giro di posta ad ogni opinione contraria alla “sua” riforma apparsa sui quotidiani. Venendo peraltro pubblicato all’istante, anche alla terza replica. C’è chi deve fare anticamera e chi no.

A fronte della cacofonia dei supporter della scuola che verrà, colpisce il silenzio assordante dei rappresentanti dell’economia. Possibile che questi signori, solitamente assai loquaci, non abbiano nulla da dire a proposito dello scadimento programmato della scuola ticinese? E quindi delle competenze e della competitività dei futuri lavoratori di questo Cantone?

Ohibò: le associazioni economiche cantonticinesi hanno forse perso la favella? Sono  troppo impegnate nel diffondere fake news e terrorismo di regime a sostegno della libera circolazione delle persone, dello sconcio accordo quadro istituzionale e dei giudici stranieri? Imbarazz tremend imbarazz perché i loro soldatini nel parlamento cantonale si sono fatti infinocchiare dal capodipartimento?

Questo è un punto cruciale. Noi stessi abbiamo interrogato più e più persone per cercare di comprendere il “meccanismo” della vicenda parlamentare – dalla posizione assai critica di PLR e PPD all’approvazione in aula – ma, ahinoi, senza esito. Il tutto risulta incomprensibile. Abbiamo addirittura formulato (e manteniamo) l’ipotesi di una “sceneggiata”. La disciplina di partito – più che ferrea, d’acciaio inox – ha fatto il resto. (nota della Red.)

Degno di nota, per contro, il contributo del Prof. Zambelloni pubblicato di recente sul Corriere del Ticino, in cui viene spiegato, in modo inoppugnabile, perché la sperimentazione della SCV è farlocca. E oltretutto nemmeno si sa quale istituto sarà incaricato dal DECS di stilare il rapporto compiacente.

Il 23 settembre tutti a votare no alla scuola che verrà!
– NO al livellamento verso il basso delle competenze degli scolari ticinesi;
– NO ad una spesa esorbitante (6.7 milioni per sperimentare ed almeno 35 milioni all’anno per implementare la SCV) e tutto questo per peggiorare la scuola nel nostro Cantone;
– NO ad allievi (e famiglie) trattati come cavie;
– NO ad una scuola ticinese sempre meno svizzera;
– NO alla creazione della scuola pubblica socialista.

Lorenzo Quadri, consigliere nazionale, municipale di Lugano, Lega dei Ticinesi