(da LiberaTV; tratto da un lungo e appassionato articolo di Andrea Leoni

“Personalmente non ho dubbi: ero a favore dell’abolizione dei livelli, uno degli elementi chiave della riforma, sin da quando frequentavo le scuole medie. E non ho cambiato idea. Ricordo che all’epoca, insieme ad alcuni compagni del Consiglio degli allievi, mettemmo su un piccolo comitato per chiedere la cancellazione di questo sistema di selezione ingiusto, che piccona l’umore e le motivazione di studenti e famiglie. Una scrematura perfino umiliante, a quell’età, e che all’esterno della scuola viene percepito esattamente con la stessa etichetta appioppata dal sistema scolastico: o sei di serie A o  sei di serie B. Vedere che il ministro della scuola ticinese intende cancellare questa falsa, anacronistica e arbitraria separazione tra somari e intelligenti, mi restituisce oggi, a distanza di molti anni dai banchi delle medie, una sensazione di giustizia.”

Andrea Leoni

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Queste poche frasi esprimono molto bene la “sete di egualitarismo” che ne pervade l’autore. Una “sete” che da sempre appartiene alla sinistra e alla mentalità socialista. Sotto sotto (ma neanche tanto) c’è la convinzione che la nostra scuola sia una scuola di classe.

Il ministro Bertoli nega con accanimento e quasi con rabbia che la Scuola che verrà “livellerà le competenze degli alunni verso il basso”. Ma io dico che i Referendisti dovrebbero diffondere ampiamente il testo (integrale) di Leoni. Potrebbe procurar loro un bel numero di voti.