Riceviamo e pubblichiamo. Il testo non impegna la redazione.

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La parità salariale non è un regalo fatto alle donne, bensì un diritto costituzionale! La discriminazione salariale costituisce un furto di 7,7 mia. di franchi all’anno e malgrado il problema sia conosciuto, le cause per disparità salariale sono respinte dai tribunali nel 76% dei casi! Per non parlare dei numerosi episodi di violenza contro le donne. Non possiamo continuare a tollerare tutto questo. È necessaria una mobilitazione generale. Tutte e tutti a Berna il prossimo 22 settembre per manifestare contro le discriminazioni e il sessismo!

Le nostre nonne e le nostre madri hanno lottato per ottenere il diritto di voto, il congedo maternità, il diritto di scegliere e hanno vinto le loro battaglie. Noi siamo quindi cresciute nell’illusione che la Parità fosse stata raggiunta, quando invece purtroppo le donne continuano a essere soggette a ingiustizie e maltrattamenti: guadagnano in media circa il 20% in meno degli uomini e al pensionamento hanno diritto a rendite inferiori del 37%. Vi è una segregazione nel mondo del lavoro e le professioni in prevalenza femminili (nelle cure, nel sociale, nell’educazione) sono meno valorizzate e meno retribuite. Le donne che vogliono far carriera si scontrano spesso al soffitto di vetro e devono sopportare il sessismo quotidiano; se invece decidono di fondare una famiglia, devono rimettere in discussione i loro piani professionali. Per non parlare del numero scandaloso di donne che subiscono violenze sessuali!

Queste sono realtà scomode, che la gente preferisce ignorare o persino scusare: basta pensare che il Parlamento federale ha fatto storie persino per un mini progetto di controllo dei salari. Abbiamo invece bisogno di reali soluzioni per affrontare un problema che a lungo andare non può che deteriorare la società.

  • Vogliamo controlli dei salari sistematici ed efficaci, correttivi obbligatori in caso di discriminazione e sanzioni in caso di infrazione!
  • Vogliamo che il lavoro delle donne venga valorizzato e giustamente retribuito! I pregiudizi devono scomparire, perché queste professioni sono la base della società e non sono meno importanti dei lavori tecnici o finanziari!
  • Vogliamo che il servizio pubblico sia rafforzato, perché i compiti che lo Stato non svolge devono essere assunti dalle famiglie e dai parenti, ossia nella misura dei due terzi da donne!
  • Bisogna lottare contro le discriminazioni e il sessismo, perché la parità non significa solamente lo stesso salario per un lavoro del medesimo valore, ma deve poter significare anche vivere senza la paura di essere aggredite, lavorare senza temere di essere molestate, rientrare dopo un congedo maternità senza temere di essere licenziate, avere il tempo di occuparsi dei propri cari senza rinunciare alla propria carriera!

Dobbiamo continuare a combattere! La manifestazione del 22 settembre è solo un inizio. Infatti in occasione del recente Congresso delle donne dell’Unione sindacale svizzera è stata lanciata l’idea di un nuovo sciopero delle donne e attualmente se ne discute in tutta la nazione, perché è necessario ricordare alla nostra società che se le donne lo vogliono, tutto si ferma.

Lorena Gianolli, sindacalista VPOD Ticino