Dopo il lancio dell’iniziativa popolare la tensione tra i due potentati contrapposti sale vertiginosamente. La posta in gioco è molto alta e la lotta sarà senza esclusione di colpi.

L’EOC si fa forte del contratto, mentre il Cardiocentro mira al “superamento” dello stesso mediante un’azione politica sostenuta dal consenso popolare. 

Da un lato e dall’altro volano parole grosse. Sembra opportuno un invito ai contendenti ad osservare il fair play.

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Il Gruppo Grazie Cardiocentro è incredulo e sconcertato di fronte all’attacco sferrato nei nostri confronti da parte dei vertici dell’Ente ospedaliero cantonale. Il presidente e il direttore generale dell’EOC hanno infatti utilizzato una mossa senza precedenti per screditare l’intera comunità che si sta battendo a sostegno dell’ospedale del cuore. Se nonmentre sorprendono l’arroganza, il livore e il ricorso sistematico alla denigrazione – ormai marchio di fabbrica del duo Sanvido-Pellanda – ci lascia increduli, come cittadini, l’utilizzo degli indirizzi e-mail di migliaia di dipendenti per diffondere offese e menzogne contro il Cardiocentro. Ci chiediamo se sia lecito, anche solo dal profilo etico, che un’istituzione pubblica faccia capo a un tale strumento per fare propaganda e diffamare un istituto di punta della sanità ticinese, oltre al migliaio di cittadini che hanno già sottoscritto l’iniziativa, in un solo giorno di raccolta.

Trascinare i collaboratori dell’EOC – ai quali rinnoviamo stima, fiducia e apprezzamento – nella battaglia politica è un atto gravissimo e dal retrogusto intimidatorio. Il messaggio neppure tanto velato è infatti: non firmate l’iniziativa. Diversi dipendenti del Cardiocentro hanno inoltre già espresso preoccupazione per gli effetti che tale mossa spregiudicata potrebbe produrre nei rapporti quotidiani di collaborazione con i colleghi dell’Ente. Un modus operandi, quello dei vertici dell’EOC, antitetico rispetto a quello messo in atto dall’ospedale del cuore e di cui siamo orgogliosi.

È auspicabile che le Istituzioni facciano chiarezza su questo episodio che certifica, ancora una volta, la mancanza di responsabilità e la poca correttezza da parte dei vertici dell’EOC. A questo proposito sarebbe utile sapere se l’iniziativa del presidente e del direttore generale, sia stata condivisa dall’intero Consiglio d’Amministrazione e in particolare dal direttore del DSS – che dovrebbe essere garante di tutte le parti in causa – al quale chiediamo di volersi distanziare da questa imprudente iniziativa, impegnandosi affinché tali pratiche non si ripetano mai più.

Venendo al merito dello scritto, riteniamo che non si possa più sorvolare su un aspetto non ancora messo adeguatamente in risalto. Il presidente dell’EOC – membro del Consiglio di Fondazione del Cardiocentro per 10 lunghi anni – si esibisce oggi in pompose e strumentali difese della volontà del fondatore e della sanità pubblica che, a suo dire, non lascerebbero alternative a un assorbimento dell’ospedale del cuore nell’EOC. Eppure, solo fino a poco tempo fa, tali granitiche convinzioni vertevano nella direzione  diametralmente opposta. In uno dei numerosi documenti, a firma Paolo Sanvido, del corposo dossier sulle trattative tra Ente e Cardiocentro, l’attuale presidente, proponeva per iscritto di sottoporre all’EOC la seguente proposta: “Occorre costituire una Nuova Fondazione Cardiocentro Ticino nella quale conferirà il patrimonio dell’attuale Fondazione Cardiocentro Ticino e alla quale l’EOC conferirà un mandato di prestazione per continuare l’attività così come è stata gestita negli ultimi 25 anni con la stessa autonomia decisionale”. Una posizione “cristallina”….

Il Consiglio della nuova Fondazione, sempre secondo l’attuale presidente dell’Ente, avrebbe dovuto essere di 5 membri, di cui due rappresentanti dell’EOC. Sanvido era talmente convinto della bontà di tale soluzione che elencava una serie di motivi per i quali sarebbe stata estremamente conveniente anche per l’Ente accettarla. Tra le motivazioni addotte, il vantaggio per l’EOC di non dover iniettare denaro pubblico nel Cardiocentro e di non avere un appesantimento del bilancio, oltre alla maggiore rapidità nell’acquisto dei macchinari da utilizzare in comune. Insomma, una proposta dalla quale non emergeva uno straccio di preoccupazione rispetto alla volontà del fondatore o alla gestione pienamente autonoma del Cardiocentro.

Il presidente dell’EOC, leggendo la nostra iniziativa, potrebbe forse accusarci di plagio, anche se la nostra proposta è decisamente più moderata della sua. Alla luce di quanto appena esposto crediamo che ogni ulteriore commento sarebbe superfluo.

Non molto dissimile da quello del presidente anche il comportamento del direttore Giorgio Pellanda, il quale nel recente passato – probabilmente memore degli anni d’oro trascorsi come CEO nella sanità privata – era addirittura arrivato a ipotizzare la costituzione di una SA per il futuro del Cardiocentro.

Questi sono i paladini del servizio pubblico che oggi gonfiano il petto e si riempiono la bocca, strumentalizzando i dipendenti dell’Ente. Ma avremo certamente modo di approfondire ulteriormente questi temi in futuro.

Il Gruppo Grazie Cardiocentro, infine, ritiene che un’istituzione pubblica come l’EOC debba mostrare maggiore rispetto anche per i processi della democrazia diretta difesi dal nostro ordinamento, come quello della raccolta delle firme. Quanto avvenuto in queste ore si pone invece al di fuori delle tradizioni civiche del nostro Paese. Da parte nostra invitiamo la popolazione e i dipendenti dell’EOC a non farsi intimidire e a rispondere a questi metodi con un sorriso.

GRAZIE CARDIOCENTRO