Che si tratti di uova biologiche dell’agricoltore locale o di una bistecca di manzo proveniente dall’Irlanda, i consumatori svizzeri sono in grado di decidere autonomamente cosa acquistare, direttamente dall’azienda agricola o nei negozi.

Nessuno ha bisogno di un diktat alimentare. Le diverse etichette dei prodotti danno già un orientamento e garantiscono una libertà di scelta consapevole.

Con le iniziative sull’agricoltura su cui siamo chiamati ad esprimerci nella votazione del 23 settembre prossimo rischiamo di favorire il turismo degli acquisti, un fenomeno che in Ticino non necessita certo di incentivi.

Infatti, a lungo termine, i Verdi vogliono imporre il loro elevato standard ecologico vietando tutto tutto quanto non sia conforme. Le conseguenze sarebbero disastrose: il turismo degli acquisti e il commercio online su siti esteri aumenterebbero in modo massiccio, poiché i prezzi svizzeri sarebbero troppo elevati e la scelta verrebbe ridotta eccessivamente. Le nostre regioni di confine si ritroverebbero quindi ad affrontare ulteriori problemi, considerato che già oggi paghiamo gli alimenti in media il 70% in più rispetto all’UE. E chissà quanto costerebbe coltivare in modo sostenibile in Svizzera banane, mango e papaya!

Anche solo per questi semplici motivi occorre dire NO al protezionismo alimentare e alle iniziative sull’agricoltura.

Fabio Käppeli, deputato PLR