Sono quindici le persone morte in seguito all’abbattimento di un aereo russo in territorio siriano. L’incidente bellico è avvenuto mentre l’aereo Il-20 stava rientrando nella base aerea russa di Khmeimim, nella provincia di Latakia e ha coinvolto degli F-16 israeliani.

Inizialmente la tensione salì alle stelle e Israele fu accusato di aver creato una situazione pericolosa. L’aereo infatti è stato abbattuto da un missile siriano dopo che gli israeliani “si sono fatti scudo” con il velivolo russo. “Consideriamo le azioni dell’esercito israeliano ostili. Come risultato delle azioni irresponsabili dell’esercito israeliano, 15 militari russi sono morti. Non corrisponde allo spirito di collaborazione russo israeliana” ha dichiarato il portavoce della Difesa Igor Konashenkov aggiungendo che non erano escluse azioni di risposta.

Qualche tempo dopo tuttavia il presidente russo Vladimir Putin sembra aver placato un po’ i toni e optato per una soluzione più diplomatica, parlando di “una catena di tragiche circostanze ed errori”. Putin ha sottolineato che l’aereo israeliano non ha sparato intenzionalmente diversamente da quanto successo tre anni fa, quando in Su-24 russo fu abbattuto da due aerei militari turchi. Sembra inoltre che Mosca non abbia più intenzione di intraprendere nessuna azione di “vendetta”: “Per quanto riguarda le azioni che adotteremo in risposta, saranno dirette in primo luogo e soprattutto a garantire una maggiore sicurezza al nostro personale militare” ha garantito il leader russo.

Da parte sua, il governo israeliano sembra voler mantenere la pace. In una nota, la Difesa ha espresso dolore “per la morte dei membri dell’equipaggio dell’aereo russo abbattuto la scorsa notte dal fuoco dell’antiaerea siriana” e ha sottolineato che ritiene pienamente responsabili dell’incidente il regime di Assad che ha abbattutto l’aereo, l’Iran e l’organizzazione terroristica Hezbollah.