Il governo italiano, nel suo primo bilancio, ha raggiunto un accordo sulla spesa pubblica nel tentativo di porre fine alla povertà. Lega e M5S hanno concordato di fissare il deficit di bilancio per i prossimi tre anni al 2.4% del PIL, determinati a liberare più denaro possibile per soddisfare le promesse elettorali che prevodono un reddito di cittadinanza, tagli alle tasse e pensioni più alte.
La decisione sfida la richiesta di Bruxelles per l’Italia di frenare il suo debito, ed è anche una sconfitta per il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, che stava spingendo per spese inferiori. Tria, professore universitario senza affiliazione politica, aveva cercato di limitare il disavanzo di bilancio al di sotto del 2% del PIL per evitare di aggiungere ulteriore peso al debito italiano.
L’Italia, terza più grande economia della zona euro, aveva promesso di tagliare il debito in modo decisivo ma ancora oggi il debito si attesta al 132% della produzione nazionale, secondo solo alla Grecia.
Il progetto di bilancio italiano dovrà essere presentato alla Commissione europea entro la metà di ottobre. Il commissario agli Affari Economici e Finanziari, Pierre Moscovici, in un’intervista rilasciata al canale televisivo francese BFM, ha avvertito l’Italia che “Fare politiche di bilancio espansive quando si ha un debito molto elevato come quello italiano è pericoloso, e finirà per ritorcersi contro il governo che ha fatto questa scelta politica. E alla fine il conto lo pagherà il popolo. Se il popolo italiano continuerà ad indebitarsi, i tassi di interesse aumenteranno. Ogni euro in più per il debito sarà un euro in meno per le spese dello stato”.
Aggiungere ulteriore debito al suo già imponente ammontare creerà inevitabilmente uno scontro con l’UE. Tutti i leader europei hanno chiesto che tutti i paesi con grandi debiti all’interno dell’eurozona lavorino per ridurre le loro passività piuttosto che aumentarle. E la situazione italiana è resa più complicata da una previsione di crescita poco brillante: appena l’1 % nel 2019 secondo la Banca d’Italia e il Fondo Monetario Internazionale.
In sostanza l’UE ha avvertito il popolo italiano che finirà peggio sotto gli ambiziosi piani di spesa dell’attuale governo.
La mossa italiana non è assolutamente piaciuta ai mercati europei. La Borsa ha bocciato la manovra dove a metà seduta le perdite hanno superato il 4% a fronte di un aumento dello spread a quasi quota 280 punti base. Gli investitori hanno sperato fino all’ultimo in una mediazione tra le forze politiche che compongono il governo e il ministro Tria sul livello di deficit da inserire nella legge di bilancio inferiore al 2%.
Piazza Affari e gli altri mercati azionari europei hanno avuto un forte trend negativo registrando perdite. La Borsa di Milano non ha risparmiato i titoli delle aziende quotate a partecipazione pubblica.
Ora la parola passa alla Commissione europea che dovrà esprimersi sulla manovra italiana sperando che il tutto non diventi una sfida.