Michel Gagnon e Carmelo Rifici ci hanno sempre risposto che la nostra situazione era ambigua e ciò dipendeva dalle scelte dei politici. Così noi con il mondo politico ci siamo seduti, scoprendo che invece tutti ci pensavano serenamente seduti con i vertici del LAC ad un tavolo a discutere del futuro del centro culturale e della compagnia. Quando poi abbiamo capito che la posizione di Gagnon e Rifici non lasciava spazio a malintesi perché chiaramente avevano posto un aut aut espresso con termini velati ma anche precisi: “o loro o noi” siamo rimasti di sasso. A questo punto abbiamo deciso che non era più possibile continuare ad accettare questa situazione e abbiamo inziato a muoverci per trovare altre istituzioni teatrali, altri centri di creazione, altri luoghi nel mondo dovo spostarci e dove poterci sentire accolti con affetto e dove poter collaborare con armonia. Non abbiamo più voglia di discutere nei termini che ci stanno imponendo.”

(citazione da una lunga lettera pubblicata in esclusiva dal CdT)

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Nonostante gli sforzi profusi dal Capodicastero Cultura on. Roberto Badaracco il contrasto tra Finzi Pasca e il duo Gagnon-Rifici (il primo direttore generale, il secondo direttore della stagione teatrale) sembra vicino al punto di rottura.

Finzi Pasca comprende bene l’effetto – reale e psicologico – che un suo abbandono del LAC avrebbe sul polo culturale e sulla città e in questa lettera aperta – molto dura nella sostanza – lo sfrutta a fondo.

Come finirà? Per una volta, forse, non “a tarallucci e vvino”.

Per il Corriere (e per i più piccoli)… una vera pacchia!