Dopo aver appreso la notizia del  parziale accoglimento del ricorso di Filippo Contarini contro la legge antiburqa ho assunto alcune informazioni e ritengo di essere in grado di affermare che tale sentenza non intacca minimamente la questione principale, ossia il divieto del velo integrale. Né tantomeno rimette in ballo l’articolo costituzionale che stabilisce il principio del divieto di dissimulare il volto negli spazi pubblici. La portata della notizia apparsa con una certa enfasi su qualche sito online va dunque ridimensionata, senza nulla togliere ai ricorrenti.

A tal proposito vi ricordo che il testo dell’ iniziativa costituzionale approvata dal popolo nel 2013 delegava esplicitamente al Gran Consiglio la competenza di fissare delle eccezioni nella legge di applicazione.  E difatti il Parlamento , senza consultare gli iniziativisti, aveva approvato una legge (elaborata dalla deputata PLR Natalia Ferrara)  che prevedeva tutta una serie di eccezioni.

Ebbene, in base alle informazioni in mio possesso il TF si sarebbe limitato a dire, accogliendo questa contestazione ma bocciando tutto il resto del ricorso,  che fra le varie eccezioni previste dalla legge andavano aggiunte pure quelle  per manifestazioni di carattere politico, commerciale e o pubblicitario (manifestazioni che debbono in ogni caso sottostare alle consuete procedure di autorizzazione da parte dei Municipi) .  Tutto qui. Ora il Gran Consiglio dovrà semplicemente completare la legge, che fino ad allora rimarrà in vigore nella sua forma attuale .

Quindi il  comitato dell’iniziativa non ha nulla da rimproverarsi, e anzi penso di interpretare il pensiero di tutti gli altri membri del comitato dicendo che per quanto ci riguarda  siamo favorevoli a questo ampliamento delle eccezioni.

Semmai qualche interrogativo potrebbe sorgere per l’iniziativa federale cosiddetta “antiburqa” sulla quale il popolo sarà a chiamato a votare fra un annetto. Difatti, a differenza del testo costituzionale ticinese, quello federale contempla già le possibili eccezioni ( una scelta voluta  per motivi strategici, per evitare che il Parlamento nazionale “aggirasse” il divieto “antiburqa” introducendo  ad esempio delle eccezioni per le turiste in burqa) . E fra queste eccezioni non figurano esplicitamente quelle ora ingiunte al Ticino dal Tribunale federale.

Per la precisione il testo dell’iniziativa costituzionale federale  recita che “La legge prevede eccezioni. Queste possono essere giustificate esclusivamente da motivi inerenti alla salute, alla sicurezza, alle condizioni climatiche e alle usanze locali”.

Dal canto mio penso che potrebbe essere possibile includere nella legge di applicazione federale le eccezioni indicate dal TF, facendole passare sotto la voce delle “usanze locali”.

Giorgio Ghiringhelli