(dal CdT)  Ma oggi al PLR si apre un’altra via, quella che li porterebbe dritti ad insidiare il seggio del Partito socialista. D’altronde appare logico e naturale: se punti ad un obiettivo e per raggiungerlo ti trovi davanti un muretto e un murone, opti per la via sulla carta più facile, per abbattere chi è più fragile. D’altronde il partito di Bixio Caprara il giorno del no popolare al progetto di Bertoli «La scuola che verrà» non aveva esitato un istante a scendere dal carro degli sconfitti, travasando con poco stile ma molta strategia le colpe sulla sinistra e sulle spalle dello stesso direttore del DECS, quel dipartimento storicamente nelle mani del PLR la cui perdita, è stato ammesso ora, a anni di distanza, non è mai stata digerita.

Gianni Righinetti

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  • “Caprara non ha esitato un istante ed è sceso dal carro”. Righinetti dice bene ma non dice tutto. Il massimo danno d’immagine lo ha avuto il PLR, non già i socialisti. Bertoli ha fatto il suo mestiere.
  • Sordo agli appelli pressanti e autorevoli del professor Gerardo Rigozzi il partito ha preso un abbaglio enorme, spingendo l’intero gruppo parlamentare (meno un kamikaze) a votare Sì alla Scuola che verrà.
  • Qualcuno mi dirà (ed è un po’ vero): “Ma questo è il senno di poi!”. Già. Il referendum era stato minacciato ma forse Caprara ha pensato “non lo faranno”. Mal gliene incolse. Abile e accorto il nuovo presidente? Indubbiamente sì… ma in altre occasioni! Il voto illuminante del 23 settembre mostra come un piccolo gruppo deciso, i “Four cats” – non sarebbe però realistico pensarlo del tutto sprovvisto di mezzi – possa ottenere un risultato importante e battere la partitocrazia blindata.
  • Il recupero del seggio PLR a mio avviso, pur difficile, rimane possibile. Ma la chance più probabile (che non quantifico numericamente in un % – risiede nel DUE-DUE-UNO. Sarebbe in fondo il segnale di un reale cambiamento. 
  • Chissà se abbiamo buona memoria. Nel 1987 – al termine di una campagna elettorale elettrizzata da feroci polemiche – il PPD perse un seggio, fu confermato Bervini, entrò Martinelli. Nel 1991, grazie all’Hagenbach-Bischoff, lo recuperò. Nel 1995 lo riperse definitivamente  ed entrò la Lega, che ormai aveva i numeri. Il voto “esterno” fece vincere Borradori su Maspoli. Nel 1999 e nel 2003 niente. Nel 2007 cade, distrutta da una violentissima campagna, la leader liberale Marina Masoni, consigliera di Stato per 3 legislature. Nel 2011 il PLR perde un seggio, la Lega raddoppia. Nel 2015 niente.
  • Qualcuno inevitabilmente dirä: “Il PS ha parecchi buoni amici nel PLR. Non gli faranno uno sfregio del genere”. Un bravo filosofo dovrebbe cimentarsi in un trattato “Dell’amicizia in politica”.