Il 16 ottobre 1793, 225 anni or sono, moriva decapitata la regina Marie Antoinette, moglie di Luigi XVI, figlia dell’Imperatore d’Austria.

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I fantasmi del Petit Trianon : l’esperienza paranormale vissuta nel 1901 nei giardini di Versailles da due donne inglesi, Charlotte Anne Moberly e Eleanor Frances Jourdain.

Malgrado i parapsicologi abbiano dall’inizio avuto dubbi sull’autenticità della loro retrovisione, il loro libro “An Adventure”, pubblicato nel 1911 ebbe un notevole successo e divenne un prezioso elemento della leggenda del fantasma dell’ultima regina di Francia, Marie Antoinette.

Charlotte Anne Moberly (1846-1937) e Eleanor Frances Jourdain (1863-1924) facevamo parte del mondo accademico britannico e della cerchia di persone che incoraggiavano l’insegnamento superiore per le donne in Gran Bretagna.

Arrivata a Parigi per proporre a Eleanor Jourdain di diventare vice direttrice del St. Hugh’s Hall, collegio femminile dell’università di Oxford, di cui lei stessa era direttrice, Anne Moberly approfittò del soggiorno a Parigi per visitare Versailles insieme alla Jourdain.

Era il 10 agosto 1901, il tempo era caldo e temporalesco. Le due donne si persero nei giardini della reggia di Versailles cercando il Petit Trianon, il piccolo edificio che nel 1762 Luigi XV fece costruire per la sua amante più celebre, Madame de Pompadour. Mentre lo cercavano, le due donne iniziarono a sentirsi oppresse, ma non condivisero le proprie sensazioni.Sul ciglio del sentiero videro due uomini; entrambi portavano pesanti e lunghi mantelli e un tricorno. I due indicarono loro la strada. Sicuramente due giardinieri, pensarono le donne.

Arrivate vicino a un cottage, Eleanor Jourdain notò all’interno una ragazzina di 12-13 anni e una donna. Entrambe portavano un vestito d’epoca. Poi arrivarono a un pavillon cinese e lì l’atmosfera divenne ancora più pesante. Anne Morberly sentì un’intensa angoscia comprimerle il petto quando un uomo seduto vicino al pavillon si girò verso di lei; il suo viso era minaccioso e devastato dal vaiolo. In quel momento un secondo uomo, alto e bello, con un cappello dalle ampie falde si avvicinò. Si fermò e disse loro qualcosa che non capirono interamente. Sentirono però distintamente la frase “dovete andare a destra”. Poi se ne andò.

Così fecero, andarono a destra e arrivarono di fronte a una piccola casa con le imposte chiuse. Sul prato Anne Moberly vide una donna che disegnava, vestita con un abito antico, portava uno scialle verde e un cappello bianco. Quando la donna la guardò, Anne provò una forte sensazione di oppressione. Le due donne proseguirono e arrivarono a un’altra casa. Una porta si aprì e ne uscì un uomo che sembrava essere un servitore. Vollero scusarsi, pensando di essere in una proprietà privata, ma l’uomo le condusse sino al Petit Trianon, dove si trovarono in mezzo a una festa di nozze.

Qualche giorno più tardi, Anne Moberly,sempre in preda a una sensazione di angoscia e di irrealtà, chiese alla sua amica Eleanor Jourdain se non avesse avuto l’impressione che i giardini di Versailles fossero in qualche modo stregati. Eleanor confermò la sua impressione di malessere. Iniziarono così a farsi domande sulle persone che avevano incontrato, sui loro vestiti, chiaramente di un’epoca passata, vestiti anche pesanti malgrado facesse molto caldo.

Fu però solo nel novembre dello stesso anno, quando Eleanor Jourdain raggiunse Anne Moberly a Oxford, che le due donne discussero più a fondo la loro esperienza. Il fatto che solo Eleanor avesse visto la donna e la bambina e che solo Anne avesse visto la donna che disegnava le inquietò.

Anne Moberly aveva visto il dipinto che Wertmüller fece dell’ultima regina di Francia, Maria Antonietta e la regina le sembrò molto somigliante, sia per il viso che per i vestiti, alla disegnatrice del Trianon. Si informò presso una conoscente francese, la quale le confermò le voci sulla presenza del fantasma di Maria Antonietta a Versailles.

L’ipotesi delle due protagoniste era che avessero avuto accesso a reliquie di memorie lasciate dalla regina durante giorni particolarmente carichi di emozioni. L’elettricità (temporali con molte scariche elettriche avvennero il giorno in cui le due donne si recarono a Versailles) fu proposta come elemento facilitante.

Dopo uno scambio epistolare con la Society for Psychical Research, le due donne decisero finalmente di pubblicare, nel 1911, il racconto della loro visita, presentato come una ricerca, con gli pseudonimi di Elisabeth Morison e Frances Lamont. “An Adventure” ottenne gran successo, con 11’000 esemplari venduti nel 1913.

L’esperienza fu discussa nel The Journal of Parapsychology, The Journal of the American Society for Psychical Research, The Journal for Psychical Research in London e Proceedings of the Society of Psychical Research in London.