Però… quando sono arrivata nel 1980… il tema era già quello… Anzi, la TV romanda aveva diffuso un servizio dal titolo “Onsernone, une vallée qui se meurt” che aveva suscitato grande scalpore ed indignazione. All’epoca c’erano le famiglie dei capelloni a “mettere ambiente”.

Che cosa è il turismo in Onsernone? Chi lo vuole? A chi giova? Gli abitanti ne hanno davvero voglia? In realtà, come altrove, nessuno vuole i turisti ma tutti vogliono i soldi dei turisti. Invece, i turisti vogliono il più possibile per il meno possibile…

Sempre di più gli indigeni si oppongono al turismo, addirittura nelle città turistiche per vocazione, perché il beneficio va agli operatori turistici mentre tutta la popolazione deve sopportarne lo sconquasso. I turisti disturbano: fanno rumore, occupano i posteggi, consumano più acqua allorché con 4 mesi di siccità l’acqua è razionata, producono più rifiuti, non sempre raccolgono gli escrementi dei loro cani, ecc.

Quanti soldi lasciano? Ovviamente il meno possibile…

Il conflitto sorge dal fatto che i vacanzieri vogliono godersi la vacanza, anche con comportamenti fuori dalla norma. Ad esempio durante le belle serate loro vogliono godersi la notte rinfrescata, seduti fuori tra amici con un buon bicchiere a farsi una bella risata. Alla mattina seguente il parco giochi dei bambini è cosparso di lattine della birra vuote, mozziconi e cartacce… in barba al regolamento comunale che nessuno conosce, rispetta, fa rispettare.

[ nell’era di Internet, @mail, smartphone, whatsap & Co riceviamo Newsletter multilingue, quotidiane, internazionali però il municipio è rimasto nell’era del albo comunale che nessuno consulta – idem per il divieto di annaffiare che nessuno rispetta ]

Comunque, gli abitanti, che devono alzarsi presto per andare a lavorare, vogliono il silenzio per dormire, magari con le finestre aperte per un po’ di ventilazione.

Non da sottovalutare le numerose persone che vengono in Valle per riposare dallo stress che vivono in città e nella loro professione. Queste persone non vogliono “animazioni” né feste che rimbombano tutta la notte in tutta la Valle, bensì calma e silenzio, appunto per poter ricaricare le batterie.

Bisogna vietare le feste? No, ma non c’è motivo perché il rintrono di una festa ad Auressio venga imposto agli abitanti di Loco, Berzona e forse anche Mosogno.

C’è una differenza tra “turisti” che sono di passaggio, “vacanzieri” che soggiornano e “proprietari di case secondarie” che, loro, non solo vengono, soggiornano, s’integrano di più perché spesso sono originari del posto, ma soprattutto mantengono le loro case e quindi custodiscono il patrimonio e dànno lavoro alle imprese vallerane (almeno si spera).

Invece il turista che sale in Valle alla mattina e scende alla sera che cosa porta? Anzi se sale col Ticino Ticket ed il pranzo al sacco per fare un escursione, non solo non lascia in Valle un centesimo, ma è capitato a tutti noi che paghiamo il biglietto del bus di dover fare il tragitto in piedi perché tutti i posti erano occupati dagli escursionisti ed i loro zaini… Il ché aumenta i malumori.

L’anno scorso avevo lanciato una piccola inchiesta per sapere che cosa aveva portato il Ticino Ticket. Siccome nessuno aveva risposto ho chiesto il parere di esercenti che mi hanno risposto che il buon andamento della stagione era soprattutto dovuto alla creatività degli esercenti e particolarmente alla rassegna della gastronomia locale.

A chi giova il Ticino Ticket? Sicuramente alle strutture alberghiere “del piano”, ma in Valle? Non ho riscontrato entusiasmi. A Loco, si vedono passare i bus postali stracolmi ma non è a Loco che quella gente scende per bere un caffè… Che cosa porta? Il gas di scarico di due bus invece di uno.

In Valle, a chi possono servire i turisti? Alle strutture alberghiere? No, il turista che sale in Onsernone non viene per sedersi in un ristorante e pagare un bel pranzo. Viene per fare unescursione in montagna e porta il cibo nello zaino, al limite si ferma a riempire la borraccia alla fontana.

Gli sportivi hanno tutti la loro dieta speciale e spendono più volentieri per un nuovo moschettone che per una bistecca. Non va nemmeno sottovalutata la tendenza generale di mangiare meno e più semplice e anche di spendere meno. I ristoranti in Valle devono vivere tutto l’anno e quindi contare principalmente sulla loro clientela locale.

Che cosa potrebbe attirare turisti suscettibili di fermarsi a mezzogiorno a far pranzo in un ristorante? Il turismo culturale per visitare ad esempio le chiese. Però tutte le chiese, tele ed affreschi hanno bisogno di restauri, di monografie con le rispettive cartoline, che spiegano non solo la storia dell’edificio ma anche il significato dei dipinti e dell’arredo.

Quindi ci vogliono soldi, non per gli illusori acchiappa – turisti alla moda stile “bike sharing” che per la natura stessa della Valle (a vedere lo stato rimasto nuovo dei copertoni) ha poco successo, ma concretamente per restaurare ciò che costituisce il valore storico del posto: i monumenti come chiesa, cappella, camposanto, calvario, mulino, lavatoio, scalinate e stradette, le case stesse, nonché… i giardini curati ed i balconi fioriti…

I proprietari delle case vanno aiutati a mantenere i tetti in piode, ridipingere le facciate, riparare i danni causati dal sale invernale che mangia l’intonaco e addirittura gli stipiti di granito ma anche i danni causati dal traffico pesante che scuote le vecchie costruzioni che non erano previste per sopportare il passaggio continuo del postale e dei camion.

Vanno anche aiutati i proprietari delle case alle quali i camion strappano il balcone e addirittura… il muro… Certo ci sono le assicurazioni… in teoria… Vanno ridotti dimensioni e peso del traffico pesante.

Va ostacolato il traffico privato rendendo i posteggi a pagamento? Quello sarebbe il colpo di grazia perché gli ultimi residenti vadano a vivere in città. Vivere in Valle senza macchina è impossibile per il semplice fatto che i trasporti pubblici non possono rispondere alle necessità: è impossibile pagare una corsa del postale per la persona che finisce il turno alle ore 22.00 o per quella che inizia alle 06.00… Per forza si deve possedere l’auto e penalizzare gli automobilisti residenti sarebbe un errore fatale. Comunque, i mezzi pubblici vanno resi gratuiti non solo per i turisti ma in primo luogo per i residenti.

Il museo? Il museo di Loco presenta delle mostre interessanti, ma per chi? Quanti visitatori sono interessati alla ennesima presentazione su Max Frisch? Queste mostre, chi attirano? Per essere vivo, il museo dovrebbe interessare in primo luogo la gente del posto, non col palloso Max Frisch ma con la produzione artistica odierna dei vallerani stessi. Numerose persone fanno delle fotografie, dipinti, acquerelli, sculture, filmati, potrebbero allestire mostre di funghi, ecc. Se si espongono i lavori di persone della Valle, almeno i loro amici e parenti andranno a vederle e magari prenderanno piacere e l’abitudine di partecipare alle ulteriori attività.

Gli artisti ed artigiani locali non sono né conosciuti, né valorizzati..

Da quando è morto il Pep Remonda non si trova nemmeno più un rastrello, né una scaletta… addio gerli, càdole e comodissimi, bellissimi cesti… Bèh, da quando l’Ueli ha lasciato la segheria non si trova nemmeno più un trave di legno asciutto…

Va combattuto lo spopolamento della Valle, ma come? Aspettando che le soluzioni cadano dal cielo o vengano imposte dal di fuori, stile Parco? No, sono i vallerani stessi che creano il tessuto sociale. Come? Ci sono le numerose feste, anche società, addirittura lezioni di dialetto. Si potrebbe aggiungere una fanfara, un gruppo di musica, teatro, disegno, pittura, ma anche un mercatino settimanale dove vendere o scambiare la produzione dell’orto, le uova nostrane o i lavori fatti a maglia.

Se non si fanno queste cose, significa che non si ne sente la necessità e che la situazione attuale piace com’è, anzi, che gli abitanti vogliono vivere in Valle, in primo luogo, per starci tranquilli, al riparo del caos e del fracasso delle città. Soprattutto non importare il trambusto della città nelle Valli!

Siamo sicuri che gli abitanti delle Valli abbiano voglia di turismo? E se fosse il contrario? Questo spiegherebbe le reazioni stizzite davanti alle targhe “straniere” del tipo “ma cosa vengono qui a rompere le balle?”…

In fin dei conti, il turismo a chi giova, al di fuori degli organizzatori del turismo?

Anna Lauwaert