“Una ragazza urlava, diceva che avevano stuprato l’altra, in 7 o in 8. Ho guardato quella che urlava e c’era un’altra ragazza a letto (Desireé): le avevano messo una coperta fino alla testa, ma si vedeva la testa. Non lo so se respirava ma sembrava già morta, perché l’altra ragazza urlava e diceva che era morta. Io sono del Senegal. Io c’ero quella sera, dopo che è morta c’ero.” è terribile, il racconto del testimone ascoltato in Questura.

Desireé è morta, a sedici anni, uccisa orribilmente, dopo essere stata drogata e stuprata. L’ultima telefonata alla nonna “ho perso il bus, resto da un’amica”

La ragazzina, 16 anni, è stata inghiottita nella notte nel quartiere di San Lorenzo, a Roma. Il luogo, denso di spaccio e di immigrati irregolari, è ormai un tabù anche per gli abitanti. Desireé avrebbe mentito, per giocare con quelle sostanze tanto paurose, per cadere nella rete di cui ormai era vittima, quella della droga. Quattro uomini, tutti africani, hanno approfittato orribilmente di lei, stuprandola a turno, secondo l’autopsia, dopo averla drogata con un mix micidiale di droghe. Con lei ci sarebbe stata un’altra ragazza.

Questo il capannone in cui è stata trovata la sedicenne, senza vita.

Agghiacciante il racconto di un testimone, un ragazzo immigrato: “Quella notte ero nel palazzo. Ho visto Desirée stare male. Era per terra e aveva attorno 7-8 persone. Le davano dell’acqua per farla riprendere. Io c’ero, è successo di notte. Con la vittima c’era anche un’altra ragazza, avvolta fin quasi alla testa in una coperta. Urlava e diceva che l’adolescente che era accanto a lei (Desirée, ndr) era morta”. L’immigrato continua: “Quel palazzo abbandonato è frequentato da gente araba ed africana. Lì si vende anche droga, sicuramente a Desirée hanno somministrato qualche sostanza stupefacente”.

Per ora sono sospettati per l’omicidio due senegalesi irregolari, Mamadou Gara, di 27 anni e Brian Minteh, di 43 anni. interrogati dalla questura, sono stati individuati in essi riscontri oggettivi. Un terzo, Chima Alinno, 46 anni, nigeriano, è stato fermato stamane e sarà interrogato. il quarto, dicono, ha le ore contate. Alinno aveva un permesso di soggiorno “per motivi umanitari” scaduto il 13 marzo del 2018.

Tensioni anche per la politica italiana: il Ministro dell’Interno Matteo Salvini, sul luogo del delitto, ha deposto una rosa per Desireé, ma alcuni centri sociali lo hanno fischiato, sostenendo che l’orribile crimine commesso è stato per “depressione” da parte degli immigrati “inaccettati.” Tuttavia molti sono stati gli applausi dei residenti al ministro dell’Interno, e le acclamazioni “Salvaci tu, questa situazione è ormai insostenibile.”

E a farne le spese con la propria giovane vita, una sedicenne caduta in trappola, nelle mani ripugnanti di orchi.