Da oggi chiunque voglia in Brasile potrà uccidere. Vittime designate gli educatori che lavorano nel solco di Freire e i contadini che si riconoscono nel movimento Sem Terra, additati non come esempio di brasiliani, ma come nemici della patria.

Da oggi chiunque voglia potrà licenziare e non pagare i lavoratori. Libertà di sopraffazione, orchestrata da quegli economisti formatisi alla scuola di Chicago, quelli che hanno affamato i cileni ai tempi della dittatura di Pinochet. Da oggi l’arroganza dei ricchi schiaccerà e annullerà ancora di più i diritti degli ultimi.

Da oggi il fascismo liberista ha preso il sopravvento in un paese che avrebbe meritato un migliore destino.

Le ragioni della tragica e drammatica vittoria di Jair Bolsonaro non si prestano a semplificazioni. Vi sono errori nel passato e nel presente del fronte progressista, c’è l’incapacità da parte dei progressisti di comprendere l’importanza di alcuni temi, da quello del diritto al lavoro, che non può essere delegato al mercato, a quello della sicurezza.

Tuttavia l’avvento di un uomo che si richiama esplicitamente alle stagioni più buie del Brasile, quelle dei governi militari e della repressione di ogni libertà, apre una stagione preoccupante non solo per il Sudamerica, ma per tutto il mondo.

prof. Davide Rossi