Tragedia a Casteldaccia, paese che si trova nell’area palermitana, dove nove persone sono rimaste intrappolate in una abitazione durante l’esondazione del fiume Milicia e sono annegate. Tra loro anche due bambini di 1 e 3 anni.

Secondo i soccorritori non c’è stato nulla da fare. Arrivati intorno alla mezzanotte, hanno trovato la villetta sommersa con all’interno le persone uccise dalla furia dall’acqua. Amici e parenti di due nuclei familiari, in tutto 12 persone, che avevano deciso di trascorrere il weekend insieme in campagna.

Un uomo ed una bambina si sono salvate perché al momento della tragedia erano usciti per andare a comprare dei dolci, e una terza persona è riuscita a salvarsi salendo su un albero lanciando l’allarme al vicinato. “È successo tutto in pochi secondi, improvvisamente acqua e fango hanno rotto i vetri di tutte le finestre. L’acqua entrando è salita talmente veloce che in pochi istanti ha raggiunto il tetto della casa”, ha raccontato il superstite.

Il sindaco, Giovanni di Giacinto, non si capacita. “Una tragedia immane ci ha colpiti. Non riusciamo ancora a comprendere come sia potuto accadere. Il fiume Milicia è un torrente con una portata d’acqua modesta e ieri non era una giornata molto piovosa. Non ha mai destato preoccupazione”, ha dichiarato.

La zona a ridosso di Palermo è sempre stata considerata ad altissimo rischio per colpa dell’abusivismo. Nella vallata della zona colpita, non sono mai state controllate le case abusive che sorgono nella vicinanza dell’autostrada Palermo-Catania, non regolamentate dalla legge e troppo a ridosso del fiume. E inoltre non c’è mai stata manutenzione degli argini del fiume, dove il livello dell’acqua (e fango) aumentato dalle piogge cadute in questi giorni, ha trovato senz’altro ostacoli per defluire e arrivare in mare. Nello straripare, ha investito tutto quello che trovava spazzandolo via. Va tenuto conto che il fiume Milicia non è un semplice corso d’acqua ma un bacino idrografico che si estende per 127 km quadrati.

Sembra un ritornello ma è la realtà dei fatti, con l’ultimo esposto che risale ad un anno fa, dove in soli sette mesi la Regione ha censito oltre 600 nuovi casi di abusivismo per un totale di oltre 130 mila metri cubi di cemento non in regola con le licenze edilizie. Abusivismo e manutenzione del letto del fiume sono gli argomenti più ricorrenti quando capitano tragedie come quella di Casteldaccia. Oltre alle abitazioni anche la casa di riposo “Martina” è stata costruita a ridosso del fiume. Baracche realizzate alla bene e meglio, villette adiacenti al fiume che non ha argini o mura di cemento armato. Il Procuratore di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio, ha aperto un’inchiesta sulla tragedia senza ancora definire l’ipotesi di reato.

Ai fini di un piano regolatore, non si tiene conto che esiste anche un altro rischio di esondazione per tutti i paesi che si affacciano sul mediterraneo e che non dipende soltanto dalle piogge sempre più violente: a causa dell’aumento del livello del mare dovuto al riscaldamento globale, nel corso di questo secolo la probabilità di inondazioni catastrofiche aumenterà del 50 per cento.

Anche questo per il momento non viene considerato seriamente, ma il cambiamento climatico a cui si va incontro cosrtingerà a rivedere anche la legislazione in materia di costruzioni.