La Francia è bloccata e nel caos a causa delle violente proteste che si sono scatenate ieri. Quasi 300’000 persone si sono riversati sulle strade di tutto il paese e hanno raggiunto l’Eliseo urlando “Macron dimettiti!”. Si chiama la protesta dei gilet gialli, i manifestanti infatti indossano i gilet catarifrangenti e protestano a gran voce contro l’aumento del prezzo del carburante voluto dal presidente francese.
L’enorme manifestazione di persone che hanno formato circa 2000 blocchi stradali non è partita da sindacati o fazioni politiche bensì dalle campagne francese dove i più poveri risentono in maniera sempre più pressante dell’imposizione fiscale sul carburante.

Il caos ha raggiunto livelli sempre più preoccupanti ed è culminato a a Pont-de Beauvoisin, nell’Isère, in Savoia, dove una manifestante, una donna di 63 anni, è stata investita e uccisa da una automobilista che stava cercando di portare la figlia in ospedale. L’auto della donna alla guida era stata circondata dai manifestanti che urlavano e battevano sulla vettura. Presa dal panico, l’automobilista ha schiacciato l’acceleratore uccidendo la 63enne.

Oltre al grave episodio, ci sono altri 409 feriti di cui 14 gravi. La maggior parte dei casi è causata da automobilisti che cercavano di forzare i blocchi sulle strade. Stando agli ultimi aggiornamenti, 282 persone sono state arrestate dalla polizia. Stando alle parole del ministro dell’Interno Christophe Castaner, i disordini di questo tipo sono dovuti al fatto che i blocchi stradali non sono stati né annunciati né autorizzati dagli organi competenti.

Il malcontento si è ovviamente riversato sulle politiche di Emmanuel Macron. Gli Champs Elysées a Parigi sono stati bloccati dai manifestanti e molti di loro hanno raggiunto la residenza presidenziale sulla rue du Faubourg Saint-Honoré fermandosi a circa 100 metri dal portone principale. Oltre, la strada era blindata da furgoni con griglie di ferro. Queste però non hanno impedito ai manifestanti di cantare a squarciagola la Marsigliese e invitare l’attuale presidente e dimettersi dal suo incarico.

I manifestanti hanno lasciato la capitale in serata ma è possibile che altre manifestazioni seguiranno nei prossimi giorni. Pur non essendo autorizzate, le proteste partite dai social hanno sicuramente lanciato un forte segnale politico non potranno rimanere a lungo inascoltate.