Questa intervista, alla quale tenevo molto, ha avuto origine nella Sala della colonne (detta anche Sala blu), quando mi sono ritrovato Lulo come commensale a sinistra.

Alla Sala blu sono realmente affezionato, la frequento da moltissimi anni. Nel 1985 (era il tempo del torneo internazionale di scacchi) per la prima volta Mosca mi mandô quattro grandi maestri. Vista l’eccezionalità dell’evento provai a invitare l’Ambasciatore sovietico, e perciò scrissi a Berna. Ero piuttosto dubbioso, chissà se verrà, mi dicevo.

Venne, eccome, Sua Eccellenza Ippolitov e fu ospite d’onore alla cena di gala. Erano giorni cruciali per l’Unione Sovietica, tutti attendevano il nome del nuovo leader. I quattro russi (sovietici) guardavano la RTSI nella loro stanza d’albergo e non capivano una parola. Solo il capo delegazione Grande Maestro Tukmakov parlava l’inglese. Il loro interesse era famelico, sentivano compiersi il destino della loro patria. “What is he saying?” mi domandò con occhi di brace. “Tuki, quello è il tuo nuovo capo”, gli dissi. Era Mikhail Gorbaciov.

Parlare con Lulo è un piacere, la conversazione ricchissima. Ironica, fantasiosa, pungente. Il cibo è raffinato (soprattutto con il nuovo chef dello Splendide) ma passa in secondo piano.

Gli propongo un’intervista. Accetta di buon grado, quasi con entusiasmo. Ma di che parlare, che fare?Scandagliare l’artista Tognola? Sarebbe bello, interessante, profondo. Alla fine mi decido per un’intervista tutta politica. Il suo partito è il PLR, non ne ha mai avuto un altro. Ed è un partito che io seguo da vicino, anche se ciò che scrivo è (in linea di massima) completamente sbagliato. Dal PLR – nel 1987, nel 1991, nel 2007 – nacque la configurazione che oggi modella la nostra realtà politica e che ci condurrà per mano al 7 aprile 2019.

È tempo d’elezione e di battaglia. Parliamone con Lulo! Un’intervista di Francesco De Maria. 

23.11.2018

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Francesco De Maria  Perché la politica è bella, benché se ne dica tutto il male possibile?

Lulo Tognola  La politica è come una bella donna… avrà pure un qualche difetto?

Vorrei cominciare l’intervista parlando principalmente del partito Liberale-Radicale (conoscendo la sua appartenenza). Che cos’ha fatto lei per il PLR ? Che cos’ha fatto il PLR per lei? Ha rivestito delle cariche?

Ho collaborato per diversi anni pubblicando le mie vignette “Papillon” su Opinione Liberale. (Erano quasi mille poi mi hanno proposto di pubblicare ogni quindici giorni invece che settimanalmente, allora ho smesso). Dal 2009 pubblico giornalmente una vignetta su LaRegione (“sul Sofà”). L’anno prossimo, dopo dieci anni, festeggerò l’avvenimento con qualche cosa di speciale. È una fortuna per un vignettista avere uno spazio regolare su un quotidiano. Il PLR mi ha fatto conoscere un sacco di persone come alcuni ottimi presidenti. Dico alcuni perché non tutti erano “di mio taglio”. No, non ho mai rivestito cariche politiche. Ma anche questo è una scelta politica.

Saprebbe indicarmi, nel PLR odierno, alcune personalità di stampo chiaramente liberale?

Due donne: Marina Masoni e sua sorella Giovanna. Due uomini: Fulvio Pelli e Giovanni Merlini

Di tutti gli uomini PLR (certo numerosi) che ha conosciuto direttamente, qual è quello che non dimenticherà mai?

Oltre a Pelli e Merlini Lele Gendotti e il compianto ex sindaco di Biasca Alfredo Giovannini.

Oggi come oggi, qual è lo stato di salute del partito?

Come tutti i partiti i liberali sono come una locomotiva a vapore. Ogni tanto mancano di carbone allora sbuffano e ovviamente deragliano per poi raddrizzarsi fino al prossimo inciampo.

La linea del PLR sui rapporti con l’Unione europea è unica ed immutabile? Un esponente del partito può discostarsi da tale linea senza commettere un fallo grave? Ci sono elettori PLR che non si riconoscono in essa?

Mi auguro che un partito possa anche cambiare idea e non gironzolare come un ciuco con i paraocchi. Non riconoscersi nell’UE è un diritto che ognuno ha. Personalmente sono molto critico con l’UE

Nello scorso settembre si è votato sulla Scuola che verrà, il progetto di Bertoli per una riforma del settore dell’obbligo. Il PLR decise di seguire il PS… e fu clamorosamente sconfitto. Facciamoci una confessione reciproca: io ho votato No, … e lei?

Non ho potuto votare, sono grigionese. Pur apprezzando l’idea e le buone intenzioni di Bertoli avrei votato no.

A suo avviso il PLR ha una strategia per battere la Lega nell’aprile 2019 ? Se sì, quale? Come giudica la lista PLR per il governo?

Ripeto, sono grigionese. Dovrei guardare al mio cantone. Noi Mesolcinesi per fortuna siamo attaccati al Ticino e allora la politica ticinese ci seduce di più. Ovvio che apprezzerei molto il ritorno di due consiglieri PLR in Governo. Battere la Lega? Perché la Lega? In una lista ci sono, e tutti lo sanno, i candidati di punta e i riempitivi.

Oggi abbiamo in Consiglio di Stato una configurazione 2-1-1-1. Se qualcosa deve cambiare, si passerà a 1-2-1-1, o a 2-2-1-0, o a 2-2-0-1. Sembra una cosa da niente, ma… Faccia la sua scommessa, valutando (soggettivamente) le probabilità.

Tutto rimarrà come prima 2-1-1-1. Forse cambieranno alcuni personaggi ma tutto lì.

Visto che ho nominato la Lega, le confido una mia riflessione. Fondato nel 1991, il fatto che oggi – 27 anni dopo – il movimento sia ancora vivo e forte (e addirittura al vertice) non ha un significato preciso? Perché i partiti storici e la sinistra non hanno saputo stroncare la Lega?

La Lega con il “grande Nano” ha stravolto il sistema. Ha toccato tasti e emesso suoni che altri solo sognavano. Ha usato un linguaggio spudorato, fuori dagli schemi. Gli altri partiti, a suo tempo, sono rimasti al palo, PLR compreso, perché l’hanno sottovalutata. Ma queste cose le sappiamo tutti. Oggi la Lega è una realtà magari non del tutto condivisibile ma una realtà. Punto e basta.

Lulo con il suo grande amico Nag Arnoldi

Una domanda sul PPD. Con quali occhi lei vedeva il Grande avversario (azzurro) trent’anni fa? Con quali occhi lo vede oggi?

Appunto è rimasto come trent’anni fa. Non aggiungo altro.

Lei non è di Lugano (anche se è da poco entrato nel prestigioso Lions Club Lugano) ma io vorrei ugualmente portare il discorso sulla mia città e sui liberali luganesi. Ha seguito gli scontri che hanno portato a una nuova dirigenza della Sezione? Conosce il nuovo presidente Guido Tognola? Come valuta la sua visione politica?

Mi piace Lugano mi piacciono i luganesi. Ho insegnato per oltre trent’anni a Lugano. Guido Tognola, “Guidino”, patrizio di Grono, è un mio terzo cugino. Lo reputo un coraggioso buttandosi nella mischia liberal-luganese. Non lo condivido quando dice che abbandonerà la carica se non riesce a portar vittorioso il PLR a Lugano. Anzi questo dovrebbe spronarlo a insistere, non a calar le braghe.

Il Vicesindaco liberale Michele Bertini sembrava un leader vincente e privo di problemi ma in tempi recenti… (lo confessa lui stesso) è andato in crisi. Vogliamo dargli un buon consiglio?

Conosco un po’ Michele Bertini. Mi ricordo una serata ai Grotti di Cama. Vivace dinamico, forse troppo per i luganesi. Che insista e non molli. Per poco non diventava Consigliere di stato. La stoffa c’è. Magari s’è sfilacciata da una qualche parte ma i rattoppi invisibili sono sempre possibili.

Il LAC è la grande novità della scena luganese, ma è da sempre fonte di litigi e di intrighi. L’ultima “bomba” è il caso Finzi Pasca (sostenuto dal Sindaco) contro Badaracco-Gagnon-Rifici. Una grossa bega. Chi ha più ragione? Oppure… chi ha meno torto?

Del LAC se ne dicono di cotte e crude. La bega LAC – Finzi Pasca? Una tragicommedia melodrammatica con balletto e magari farsa finale che era da evitare. Che la si smetta di agitare le acque del LAC… c’è pur sempre un siluro in circolazione pronto ad abbuffarsi di tutto e tutti.

I Molinari occupano il Macello da non so quanti anni, molti cittadini sono perplessi, altri indignati. Tutti esclamano: ci vuole una soluzione! Ma quale?

I Molinari hanno occupato il macello? Ovvio i Molinari dovevano pur andare da una qualche parte. C’era il macello. Sono andati lì. La soluzione: ristrutturare lo stabile. Dare ai Molinari uno spazio adeguato e responsabilizzarli.

Guido Tognola ha dichiarato fieramente: “Nel 2020 il PLR riconquisterà Lugano… oppure mi dimetterò”. Il Mattino l’ha rimbeccato beffardo: “Non si preoccupi nemmeno di disfare le valigie”. La Perla del Ceresio andò persa nel 2013, quando Re Marco spodestò Re Giorgio. La presa leghista sulla Città sembra forte. Guido saprà fare il miracolo?

Ho già risposto prima. Guido sbaglia se si dimette. La Lega è forte a Lugano. Il sindaco Borradori ha verve, e sorrisi da vendere. Ciò non toglie che i capovolgimenti politici siano impossibili. Mai si pensava a una liquidazione liberal-luganese causata dalla Lega. Il contrario può sempre accadere. Quando? Beh! Il XXI secolo è appena incominciato.

Esclusiva di Ticinolive