Ticinolive non è un portale “ufologico” e non ha un’opinione precisa e consolidata sugli Ufo. Tranne una: che si tratti di un tema interessante. Candida Mammoliti, fondatrice e presidente del CUSI, Centro Ufologico della Svizzera Italiana, attiva da decenni sul tema, ci propone questa intervista a un ufficiale americano… la cui vita cambiò il 16 marzo 1967.

Nessuno è obbligato a credere. Il pubblico legge e giudica.

dal portale www. cusi-news.ch

Candida Mammoliti  Durante l’ultimo Simposio mondiale di ufologia a San Marino, tenutosi il 19 e 20 maggio 2018, ho avuto il piacere di intervistare l’ex-ufficiale USAF Robert Salas. Propongo qui di seguito la  mia intervista tradotta in italiano.

Candida Mammoliti  Gentile signor Salas, La ringrazio molto per la sua disponibilità a rilasciarci questa intervista e vorrei chiederle innanzitutto, se ci può raccontare qualcosa di lei e del suo lavoro svolto presso la base militare nucleare USA a Malmstorm nel Montana.Robert Salas  Si, certo. Ero un ufficiale, addetto al lancio missilistico, cosa che significa che ero autorizzato a monitorare, trattare e anche lanciare i missili nucleari della base, in caso mi fosse stato dato l’ordine di farlo. Fortunatamente non mi è mai stato dato tale ordine e di ciò ne sono molto contento.

Per quanti anni ha lavorato in questa base?

Per tre anni, dal 1966 al 1969.

Ci può raccontare in sintesi cosa è successo il 16 marzo 1967 nella base militare in cui era operativo?

Ero intento a controllare i nostri missili balistici intercontinentali (ICBM), quando all’improvviso la nostra base venne raggiunta da un UFO, di color rosso-arancione, luminoso, che sostò sopra di noi a bassa quota, vicino al cancello della base. L’oggetto fu avvistato da sei guardie della base, io ero sotto terra nel locale di monitoraggio, e mentre l’UFO stazionava sopra di noi, i nostri missili vennero totalmente disattivati in pochi secondi, cioè messi nello stato di “no-go”, in pratica, non erano più utilizzabili. Da notare che tutti si trovavano nel sottosuolo, erano incorporati in appositi silos.

Ha qualche genere di spiegazione razionale per quanto accaduto?

No, non vi è nessuna spiegazione razionale per l’accaduto. L’aviazione militare americana ha studiato il caso ed anche negli stabilimenti della Boeing a Seattle sono state fatte le adeguate indagini. Sono state formulate diverse ipotesi, ma nessuno è stato in grado di fornire una spiegazione razionale.

Ma l’accaduto è stato rapportato, ci sono dei rapporti militari in merito, il caso è da ritenere autentico, vero?

Si, naturalmente. Ho rapportato l’accaduto, ci sono diversi rapporti militari.

Quindi, non per tutto ciò che è vero ci sono delle spiegazioni razionali.

(sorride) assolutamente si, concordo.

Aveva un diretto superiore e quale è stata la sua reazione su quanto accaduto?

Il mio diretto superiore era, l’uomo con cui collaboravo era il mio diretto superiore, il Colonnello Fred Maywald. Vi era pure il comandante di squadra, che era pure un mio superiore. La sua prima reazione…quando lo vidi nel suo ufficio…era pallidissimo, aveva il volto sbiancato, era scioccato. Non poteva capire come il tutto avesse potuto accadere. Nessuno poteva capire, come avesse potuto accadere, non era mai successo un fatto del genere, la nostra base era controllatissima. Il mio superiore aveva con se un membro dell’aviazione militare, sezione investigazioni speciali, e ci mostrò una dichiarazione che abbiamo dovuto firmare, confermando di non parlarne con nessuno.

Cosi come  tutti i militari che sono coinvolti in questioni ufologiche, nessuno ne può parlare.

È cosi, nessuno ne può parlare.

Secondo lei, quanto accaduto rinchiude in se un messaggio, l’UFO vi ha trasmesso una forma di messaggio?

Si, penso che il messaggio principale sia stato “non usate i missili e in generale le armi nucleari, perché vi distruggerete”. Penso che ci stiano osservando, che stiano osservando le nostre guerre violentissime e che ci stiano dicendo, visto che evidentemente, alla luce dei fatti, non lo capiamo,  che dobbiamo allontanarci nel modo più assoluto dal nucleare, dalla violenza, per poter proseguire nella nostra evoluzione, verso uno stato di coscienza più elevato.

E questo perché probabilmente non siamo solo un pericolo per noi stessi, ma anche per l’universo noi circostante.

Assolutamente si. Un’esplosione nucleare massiccia non solo ci distruggerebbe, ma distruggerebbe l’equilibro universale attorno a noi. Sappiamo che ogni esplosione nucleare comporta una diffusione di onde elettromagnetiche potentissime, che colpiscono anche al di fuori della nostra atmosfera e di cui noi non ne conosciamo le conseguenze.

E ora la mia ultima domanda…cosa ha significato questa esperienza per lei, per la sua vita?

Ha cambiato la mia vita. Sono contro la segretezza governativa legata a questi avvenimenti, ancor più di prima. La popolazione ha validi ragioni per sapere la realtà dei fatti. Inoltre questa esperienza mi ha insegnato che dobbiamo tutti adoperarci per la pace tra di noi, tra i popoli.

Signor Salas, la ringrazio molto per le sue dichiarazioni.

Intervista di Candida Mammoliti