Un terzo giorno di mobilitazione segnato dalla violenza.

Dopo la mobilitazione del 24 novembre, dove più di 160 mila persone si erano raccolte in tutto il paese, i “gilet gialli” sono tornati nuovamente a manifestare questo sabato e questa volta dopo le iniziali proteste pacifiche, la manifestazione ha assunto una veste davvero violenta, specialmente a Parigi.

Il presidente francese, Emmanuel Macron, terrà oggi una riunione di emergenza con i ministri del governo, dopo che il centro di Parigi ha visto i peggiori disordini dell’ultimo decennio. Migliaia di manifestanti con le maschere hanno intrapreso battaglie contro la polizia, incendiando automobili, banche, case e costuendo barricate improvvisate ai margini delle manifestazioni che si stanno portando avanti contro la decisione si aumentare le tasse sui carburanti.

Le autorità parigine hanno dovuto questa mattina prendere in noleggio mezzi di soccorso supplementari per rimuovere dai marciapiedi le carcasse di auto bruciate, coprire i vari graffiti lungo le mura della città che chiedono le dimissioni di Maron e togliere ammassi di taniche di gas lacrimogeni disseminati per le strade di fronte a vetrine fracassate e finestre frantumate.

Il portavoce del governo, Benjamin Griveaux, non ha escluso l’imposizione di uno stato di emergenza, chiesto più volte dai sindacati della polizia. Parlando dalla riunione del G20 che si sta tenendo in Argentina, Macron ha affermato che non accetterà mai la violenza. “Nessuna causa giustifica che le forze di sicurezza siano attaccate, i negozi saccheggiati, gli edifici pubblici e privati incendiati, i pedoni o i giornalisti minacciati o che l’Arco di Trionfo sia ibrattato dai graffiti”, ha aggiunto.

Macron, che aveva scommesso con la sua identità politica di non cedere mai alle proteste di piazza, è ora sotto pressione per trovare una via di uscita per calmare la rivolta sociale che lo ha colto di sorpresa. Oltre 400 persone sono state arrestate e 300 sono ancora in custodia cautelare. Oltre 130 sono rimaste ferite.

I primi manifestanti pacifici avevano marciato la mattina di sabato lungo gli Champs Élysées gridando “Macron dimettiti” e cantando l’inno nazionale. Ma nel pomeriggio, l’Arco di Trionfo, uno dei monumenti più simbolici di Parigi, è stato circondato da manifestanti mascherati che hanno combattuto delle vere e proprie battaglie con la polizia, decidendo di saccheggiare e distruggere, rubare, ferire e persino uccidere.

Barricate e auto di lusso bruciate mentre la polizia antisommossa sparava gas lacrimogeni e cannoni d’acqua. I manifestanti hanno imbrattato di graffiti anti Macron le pareti dell’Arco vicino alla tomba del milite ignoto riuscendo ad entrare nel monumento distruggendo i suoi piani inferiori, statue e negozi di souvenir, prima di salire sul tetto.

La celebre boutique di Christian Dior che si trova nella zona degli Champs Élysées ha denunciato il saccheggio subito sabato durante la manifestazione che ha causato danni per oltre 1,5 milioni di euro di cui 500 mila per furto di vari gioielli. Le catene di negozi di generi alimentari sono state saccheggiate. Vicino al Louvre le griglie metalliche sono state abbattute e sono stati accesi vari incendi. In Place Vendôme, negozi di lusso e gioiellerie sono state prese d’assalto. Poi verso sera i manifestanti si sono sparpagliati per tutta Parigi dileguandosi.

In tutta la Francia i dimostranti, 75 mila secondo il ministero dell’Interno, hanno bloccato strade e caselli e i principali svincoli autostradali.

I gilet gialli stanno ricevendo un supporto significativo da parte del popolo francese e stanno creando la più grande difficoltà per il giovane presidente Macron.