Con riferimento al caso della ragazza licenziata (e a mille altre cose)

L’universo web è

  • diluviale. In pochissimi anni si è dilatato al punto di sommergere il mondo, e ciascuno di noi. Ci annichilisce e ci istupidisce con la sua quantità, la sua massa. Il valore di verità (che pure esiste) contenuto nell’immensità dell’informazione è difficilmente individuabile, anche da persone esperte e colte.
  • I “social” sembrano facili, perché “io scrivo le mie geniali elucubrazioni in un minuto e il mio ego risulta soddisfatto”… ma non è così. Se lo faccio da brocco incapace può capitarmi un bel guaio.
  • È vero, con il web, con i “social” puoi diventare imperatore ma devi possedere un’intelligenza acuta e l’astuzia di una volpe.
  • I “social” sono pericolosi. Pericolosi per tutti, non solo per il signor Pinco Pallo o la signorina Pinco Palla. Ancor più per le persone importanti (per la carica che rivestono o per l’influenza che esercitano). Ma si suppone che questi sappiano meglio amministrarsi.
  • Il caso recente della ragazza (project manager) frontaliera, che ha perso il controllo per una crisi di nervi e si è comportata obiettivamente da sciocca, è da manuale. Il web si è scatenato con una cattiveria** bestiale, isterica***. Eppure, se il web l’ha condannata, lo stesso web potrebbe salvarla.
  • **Secondo me esiste una cattiveria aggregata che supera, e di molto, la somma delle cattiverie dei singoli. A mio avviso le singole persone – mamme, papà, figli, nonni, fidanzate, concubine, ecc. – non sono così cattive e non sono così spietate.
  • *** “Isterico” è una tipica parola sessista. Si riferisce alle donne, o a un uomo che si comporti “come una donna”. In effetti hysteron altro non è che l’utero.

Termino citando il GAS, un significativo portale di “estrema sinistra buonista” (espressione mia) :

Le affermazioni della ragazza dagli occhi verdeazzurri sono francamente indifendibili, ma tanto quanto lo è la valanga di vomito e gli insulti che l’hanno sepolta. Di tutti coloro che si sono sentiti in dovere di metterci il becco e dire la loro, in una sorta d’isteria collettiva che ci ricorda tanto certe pratiche in voga nei secoli bui di un lontano passato così prossimo, vicino al presente. Tempi in cui i torti e gli insulti si ripianavano col linciaggio o con la gogna. Dove chi sbagliava veniva messo alla berlina. Sulla pubblica piazza.