Ci ha lasciati giovedì 6 novembre 2018, all’età di 99 anni.
Bixio era cugino di mia madre Yvonne Olaniszyn-Candolfi.

Grande estimatore della valle Onsernone, in particolare di Comologno (suo paese natale come pure dei miei nonni da parte materna) dove da ragazzo mi recavo in vacanza e frequentavo la sua casa (e quella di sua sorella, la maestra Elena). Con lui e con un altro parente, lo scultore Lino Candolfi (fratello di mia madre), andavamo spesso a pescare nei pozzi del riale che scende verso Comologno.

Bixio Candolfi (1919-2018) di Comologno, figlio di Celso Candolfi e Nice Bianchi, ha frequentato il ginnasio e la scuola magistrale a Locarno, poi ha ottenuto l’abilitazione all’insegnamento secondario all’Università di Berna. È stato docente di lingue presso la scuola di commercio di Chiasso (1942-67). Un passato di calciatore nelle file del F.C. Locarno con il quale ha vinto la Coppa Svizzera nel 1943 battendo nello stadio del Wankdorf il blasonato Young Boys. È tra i fondatori dell’Associazione ticinese dei giornalisti sportivi, fondatore del circolo del cinema di Chiasso, membro del comitato centrale della Federazione svizzera dei cineclub e della Commissione federazione del Cinema, collaboratore del Festival dei film di Locarno. Alla RSI ha debuttato nel 1943 e nel 1959 è coautore con Gabriele Fantuzzi della celebre trasmissione radiofonica “La Costa dei Barbari” (trasmessa fino al 2008), quindi il passaggio in televisione nel 1963, dove dapprima diventa responsabile del dipartimento culturale e infine direttore dei programmi televisivi.

Ricordo di Jean Olaniszyn

La Costa dei Barbari, «guida pratica, scherzosa, per gli utenti della lingua italiana». La più longeva delle trasmissioni radiofoniche della RSI. Da sinistra in prima fila: Luigi Faloppa, Flavia Soleri e Febo Conti. Dietro: Giancarlo Zappa (regista) e Bixio Candolfi.