Cina: un record dopo l’altro (titolo originale)

“Tutti sanno della crescita cinese, ma sono in pochi ad averne compreso la grandezza e le conseguenze” (Graham Allison)

Il “paese di mezzo”, come dovrebbe essere tradotto Cina dal cinese (e non di centro…centro di che?) sforna records su records. Molti ci sfuggono o non sono capiti.

A prescindere dall’arresto della figlia del fondatore di Huawei a Vancouver, molto imbarazzante anche per Trump che sicuramente avrebbe fatto a meno dell’episodio, i primati conseguiti in Cina destano ammirazione, ma anche molta preoccupazione perché provengono da un paese difficile da definire, quasi un unico nella storia.

Come ha scritto Galli della Loggia: “un paese che vede la presenza contemporanea in tutto e per tutto, di tipo capitalistico, ma dall’altro, un sistema politico dittatoriale.”E ciò confonde e preoccupa perché è difficile nel mondo occidentale adottare una strategia per come affrontarlo e, quando necessario, difendersi. Il caso Huawei è emblematico; mentre in Italia tutti gli uffici postali adottano prodotti Huawei, il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha deciso che il colosso cinese non potrà partecipare agli appalti pubblici del Sol Levante la rete del futuro, in particolare per quelli della rete “5G”.

Dev’esser costato caro alla politica giapponese bandire un gigante cinese dal suo mercato nel momento in cui sta cercando di rivitalizzare i suoi rapporti con Pechino. Certo pesano le influenze americane, ma è sicuramente anche significativo di come, magari tardi, si inizi a preoccuparsi della valanga cinese sui mercati mondiali.

Uno degli aspetti più interessante e curiosi del mondo cinese è la produzione in massa di miliardari che sta avvenendo senza tregua. Secondo studi attendibili, già ad ottobre si possono contare 373 miliardari (in dollari); un numero impressionante rispetto ai 2158 del mondo (585 negli Stati Uniti). Ma non solo; la crescita di miliardari è la più veloce al mondo: 2 nuovi miliardari alla settimana….Di questo passo è certo che la Cina raggiungerà a breve gli Stati Uniti anche nei miliardari.

È di ieri la quotazione a Wall Street della Tencent Music, un gruppo gigante cinese. I cinesi hanno imparato benissimo ad usare il globale per i loro interessi e gli occidentali a non guardare troppo per il sottile se ci sono guadagni da fare.

Ma la domanda che viene spontanea è anche che tipo di miliardari sono?

Da poco sappiamo, una rivelazione, che a settembre il mitico fondatore del colosso Alibaba ha dichiarato di essere un membro del PCC (il Partito Comunista Cinese, forte di 90 milioni di iscritti). Ci domandiamo cosa sarebbe successo se avesse dichiarato al momento in cui la sua società “Alibaba” ha raccolto a Wall Street 31 miliardi di dollari con la più grande Offerta Pubblica dell’anno: Sono Jack, ma sono un “Compagno” del PCC”. Forse niente.., i mercati finanziari sono globali e interrelati, ma forse qualche riflessione l’avrebbe suscitata.

Quando si è accettati come membro del Partito, il candidato firma il seguente impegno: “È mia volontà sostenere il programma del partito, eseguire la decisioni, osservare rigidamente la disciplina, custodirne i segreti, lavorare duro. Combattere per il comunismo tutta la vita, essere pronto in qualsiasi momento a sacrificare tutto, senza mai tradire il partito”.

Risulta che 1/3 dei miliardari cinesi siano aggregati al Partito con l’impegno a versare alle casse dello stesso in proporzione ai guadagni. E si osserva la scomparsa ogni tanto dei “paperoni”, destinazione le patrie galere. Questo quando uno di loro non si si comporta nel modo dovuto o non si è allineato con i dettami del Partito, ci vuole poco per finire nei guai. Tanti sono gli esempi, come il capo di “Alibaba‘s video streaming” Yang Weidong arrestato per corruzione oppure Meng Hongwei, capo dell’Interpool, arrestato al rientro in patria indagato per tangenti oppure Richard Liu, capo della grande JD.com e così via.

Insomma un paese interessante, soprattutto importantissimo per il futuro; secondo il venerato Lee Kuan Yew “ il più grande attore nella storia del mondo”.

Che è meglio imparare a conoscere!

Vittorio Volpi