dal CdT odierno)

NATALIA FERRARA  “Su Il Caffé del 9 dicembre il sempre acuto storico Andrea Ghiringhelli, chiamato a una valutazione dell’operato del nostro Governo, formula anche l’auspicio di «una nuova cultura politica, senso etico, senso di responsabilità». L’ex direttore dell’Archivio cantonale, nel suo intervento, sembra invero o simpatizzare per stili politici più declamatori che responsabili o vedere meriti solo da una certa parte (la sinistra, ça va sans dire). Tuttavia, la sua esortazione a non sottovalutare la cosiddetta «questione morale», già cavallo di battaglia di Berlinguer, merita una riflessione.”

“La politica non può essere mera gestione, certo, convengo con Ghiringhelli, ma nessuno può sostituire il suo orizzonte morale con quello degli altri, o rimproverare agli altri di non condividerlo. Credo che in Ticino non abbiamo bisogno di moralizzatori che si scandalizzano a giorni alterni, sventolando lo stendardo della «questione morale», con evidente rischio di moralismo e, come si dice, di doppiopesismo. L’uso politico della «questione morale» finisce facilmente per ottenere gli effetti opposti a quelli che auspica: consegna la politica allo scandalismo e ai luoghi comuni e, in definitiva, contribuisce a fare spazio a quel populismo cattivista che, a parole, dice di combattere. Un esempio? Ghiringhelli spazza via un intero Parlamento e il suo lavoro e mette sul podio un unico deputato (di sinistra, ça va sans dire), poiché farebbe «opposizione».”

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Vidi per la prima volta Natalia Ferrara al Capannone di Pregassona, quando il presidente Cattaneo – il 17 giugno 2014 – presentò con grande anticipo la sua squadra per il governo. Natalia fece sensazione per le sue scarpe (ma non solo), che furono fotografate. 

La sua candidatura mi sembrò una novità interessante (Cattaneo era innovativo) ma in breve tempo, una manciata di settimane, incominciai a vedere Natalia, che aveva sostenitori importanti, come una candidata “politicamente corretta”, inserita (o desiderosa di inserirsi) nella corrente radicale del partito. Ai miei occhi non era per nulla un pregio.

Avevo anche pensato di intervistarla, l’interesse del portale c’era, ma l’intervista (mia) non si concretiizzò mai.

Tuttavia una sua intervista, di notevole livello, su Ticinolive la potete trovare (qui). Fu realizzata dalla giornalista Giuditta Mosca e pubblicata il 24 febbraio 2015.

Quanto infine al Pronzini, citato nell’articolo e collocato su un piedestallo dal Ghiringhelli, vi confesserò che a me l’ “unico oppositore” piace. È superattivo e impegnato, aggressivo, sembra che voglia mordere il mondo iintero. Chissà se questo affannarsi gli porterà un risultato, è la domanda che si fanno un po’ tutti.

Come ho già scritto (che bello ripetersi!) i mille franchi del cancelliere Gianella sono un “quantum” ridicolo. Ma è il principio che conta.