Riceviamo e volentieri pubblichiamo, senza prendere posizione sul tema.

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L’Autorità cantonale poco prima di Natale ha deciso di investire altri 3,3 mio di franchi per rendere più fluido quel traffico infinito tra Cadenazzo e Quartino che, soprattutto negli orari di punta, rende la vita impossibile agli automobilisti come pure ai residenti. In pratica verrà dimezzato il numero di rotonde presenti su quella tratta e in alternativa, al loro posto verranno però posati semafori cosiddetti intelligenti.

Tralasciando la polemica “prima i semafori, poi le rotonde e domani di nuovo i semafori” e accennando alla diatriba sui numeri relativi all’aumento del traffico – le statistiche cantonali parlano da sole andando a smentire il deputato Badasci – ritengo che il Dipartimento del Territorio accompagnato da una maggioranza del Gran consiglio abbia trascurato le esigenze della popolazione che vive attorno al piano di Magadino. In questo senso già mesi fa una chiara presa di posizione di Sindaci e Municipali PPD del Gruppo Verzasca e Piano ha espresso grande preoccupazione per l’inevitabile cambio d’abitudine di almeno una parte degli avventori i quali, alla luce di questi nuovi “dosatori di traffico”, spaventati e non stolti come invece vorrebbe far credere Badasci, proveranno l’alternativa, ovvero la tratta parallela sull’altro lato del Piano di Magadino, però pure già abbondantemente collassata.

Questo preoccupante scenario è un argomento in più che dovrebbe far riflettere tutti quei deputati – Badasci compreso – che non hanno voluto approfondire la proposta governativa con gli amministratori locali, con la popolazione (ancora una volta clamorosamente ignorata) e con tutte quelle ditte che sono toccate dalla problematica traffico. A dirla tutta su questo progetto non è stato coinvolto nemmeno l’Ufficio federale delle Strade, futuro proprietario di questa tratta.

Un argomento molto locale che ben si sposa con le altre argomentazioni portate avanti dai referendisti: le rotonde sono più sicure rispetto ai semafori, le proiezioni di mobilità hanno numerosi limiti (basti vedere il PVP di Lugano) e le uniche vere alternative sono il collegamento autostradale A2-A13 (progetto sul quale i politici dovrebbero invece far di tutto per accelerarlo) nonché il potenziamento della ferrovia (con l’apertura di del tunnel di base del Ceneri da dicembre 2020).

Contrariamente a quanto affermato da Fabio Badasci non si tratta di depistare i cittadini con astuzia bensì di fornire argomenti per convincerli a firmare il referendum per far sì che la popolazione possa esprimersi e decidere con buon senso come pianificare la mobilità sul piano di Magadino.

Marco Calzascia, Municipale di Cugnasco-Gerra