President-elect Donald J. Trump and U.S. Speaker of the House Nancy Pelosi smile for a photo during the 58th Presidential Inauguration in Washington, D.C., Jan. 20, 2017. More than 5,000 military members from across all branches of the armed forces of the United States, including reserve and National Guard components, provided ceremonial support and Defense Support of Civil Authorities during the inaugural period. (DoD photo by U.S. Air Force Staff Sgt. Marianique Santos)

 

È un nuovo giorno a Capitol Hill ora che i 534 membri del 116° Congresso hanno giurato solennemente di governare una nazione divisa. Un Congresso che farà la storia per ospitare un numero record di donne e diventare il più razzialmente ed etnicamente diverso. I Repubblicani hanno più seggi al Senato, mentre i Democratici ora controllano la Camera.

Tuttavia il governo entra nella terza settimana di chiusura con lo shutdown che continua, e i media hanno denunciato crescenti difficoltà per circa 800 mila impiegati federali inviati a casa o senza retribuzione. Trump non lo chiama shutdown, ma sciopero.

I Democratici hanno eletto l’italo americana Nancy Pelosi come portavoce della Camera, e lei è una donna temuta, dicono alcuni. Si oppone fermamente al finanziamento del muro di confine con il Messico voluto dal presidente Trump in cambio della riapertura del governo. Pelosi, 78 anni, è riuscita ad ottenere il suo ritorno come relatore alla Camera promettendo di limitare il suo mandato ad un massimo di quattro anni, prevalendo su una ribellione di una fazione di democratici che chiedevano una nuova generazione di leader.

La sua nomina crea uno scontro con il presidente Trump. Pelosi, ha una rete di alleati dentro e fuori il Congresso costruita in decenni di carriera in Parlamento, mentre i tweet di Trump non sono molto popolari quando i servizi chiave del paese sono minacciati dalla chiusura parziale del governo.

Venerdì, il giorno dopo del giuramento, c’è stato un incontro alla Casa Bianca durato due ore, dove alcune fonti hanno rivelato accesi scambi tra il presidente e i leader democratici su controverse discussioni basate non solo sullo shutdown, ma anche sul suo impeachment.

Trump ha avviato i colloqui denigrando l’impasse della chiusura e chiedendo ancora i miliardi di dollari necessari per la sicurezza alle frontiere. Ma i leader democratici, Nancy Pelosi, nella sua veste ora di Presidente della Camera, e il leader della minoranza al Senato Chuck Schumer, hanno nuovamente rifiutato di prendere in considerazione quel finanziamento.

Pare che Trump abbia risposto che sarà disposto a continuare la chiusura del governo per altri lunghi mesi, facendo appello alla fede cattolica di Pelosi nel sostenere il finanziamento del muro da lui promesso in campagna presidenziale. “Il Vaticano ha le mura che circondano la città”, avrebbe detto Trump, “Ti piace il Vaticano, Nancy?”. “Cambiamo discorso”, è stata l’ovvia risposta di Pelosi.

Trump sta entrando nel periodo più pericoloso del suo mandato fino ad ora. Con i democratici che controllano la camera bassa del Congresso, la Casa Bianca sta per essere colpita da un fiume di richieste di documenti. I democratici hanno promesso di chiedere risposte sulle tasse personali del presidente, sui suoi rapporti di affari con l’estero, e su altre aree al di fuori delle indagini della Russia. Mosse che riflettono una strategia che non si rivolge solo a Trump ma conta su di lui per avere successo.

I democratici ora hanno la possibilità di vedere se possono scatenare un reato imponderabile colpendo Trump in una vasta gamma di argomenti, compresi i suoi documenti aziendali e fiscali strettamente conservati. Sperano che l’imprevedibile Trump possa commettere un atto impulsivo e distruttivo.

Ora infatti, il Congresso chiederà risposte non solo a Trump, ma anche ad altri esponenti della Casa Bianca, e soprattutto da Jared Corey Kushner, immobiliarista ed editore di giornali, attualmente consigliere senior di suo suocero, il presidente Donald Trump. Mentire al Congresso è un crimine e se Trump dovesse fornire informazioni false, commetterebbe un reato grave.

Ma Trump non sembra preoccuparsi, perché secondo lui non si può mettere sotto impeachment un presidente che sta lavorando molto bene. Anzi, secondo un funzionario della Casa Bianca, pare che Trump sia portato a dichiarare un’emergenza nazionale per assicurare i finanziamenti militari per il suo muro di confine meridionale.

L’uso dei poteri di emergenza del presidente americano, fornisce una via di uscita in mezzo ad una serie di disaccordi tra il Dipartimento della Sicurezza Nazionale e i legislatori democratici su fatti di base relativi alla sicurezza delle frontiere. “Possiamo chiamare un’emergenza nazionale e costruire il muro molto rapidamente”, ha detto Trump.

La Presidente della Camera, Pelosi, ha detto che non crede alle dichiarazioni del presidente. Nelle presentazioni fatte durante la riunione di venerdì scorso, sono state usate statistiche non supportate dai fatti, che descrivevano i migranti come potenziali terroristi, come qualcuno con una storia criminale violenta alle spalle oppure come contrabbandieri della droga.

Se viene dichiarata un’emergenza nazionale per costruire il muro, l’amministrazione di Trump dovrà affrontare delle azioni legali che metteranno in discussione la legalità della mossa. “L’autorità del presidente degli Stati Uniti in questo settore è intesa per guerre e autentiche emergenze nazionali”, ha detto alla rete televisiva CNN Evan Hollander, direttore delle comunicazioni del Comitato per gli stanziamenti della Camera.

Trump sembra intrappolato nella sua stessa scatola politica, e sicuramente è sempre meno popolare di Nancy Pelosi.