Jacline Mouraud, 51 anni nativa della Bretagna, è considerata una delle figure principali che hanno contribuito alla fondazione del movimento di protesta in Francia chiamato “giubbotti gialli”.

Tutto ha avuto inizio dopo che sei milioni di persone hanno visto su Facebook il suo discorso contro i dazi ambientali imposti sulla benzina e sul diesel. “Cosa stai facendo con i soldi a parte acquistare nuovi piatti per l’Eliseo e costruire nuove piscine?”, chiese al presidente Macron nel suo video virale pubblicato ad ottobre scorso.

Il suo intento era raccogliere un insieme di persone per proporre idee nuove e costruttive per il Paese. Soprattutto per lottare contro il cambiamento climatico e contro il culto della società dei consumi. Per questo, Mouraud aveva invitato tutti i cittadini a seguire l’esempio di indossare il giubbotto di sicurezza giallo che si trova dietro il parabrezza dell’auto.

Appartenendo all’ala moderata del movimento, ha ripetutamente parlato contro la violenza. Ma ora anche lei si è resa conto che questo movimento è stato dirottato da una frangia violenta di estremisti e anarchici. Un movimento che ha dato sfogo alla rabbia generale, togliendo ogni possibilità di dialogo. “Alcuni non ricordano nemmeno quali richieste abbiamo fatto all’inizio. È come se avessimo tenuto il cane al guinzaglio e oggi il guinzaglio si fosse spezzato”.

Facebook aveva inizialmente aiutato a riunire le persone e organizzarsi. Ma adesso sta alimentando il lato più negativo del movimento. Gli esperti hanno affermato che la natura decentralizzata di Facebook è ideale per i “giubbotti gialli”, in particolare perché ha modificato i suoi algoritmi, all’inizio di quest’anno, per ridurre la visibilità dei contenuti pubblicati su pagine gestite da grandi media. Facendo così, Facebook ha dato la priorità al contenuto condiviso da gruppi, profili individuali e informazioni locali. Questo cambiamento nell’algoritmo ha potenziato l’emergere del movimento.

Come rivelato al quotidiano francese Le Figaro, Mouraud ora vuole creare un partito politico pur non avendo ancora piani concreti per candidarsi come leader del partito. “Dobbiamo iniziare con qualcosa, un partito di buon senso, senza etichetta e con idee nuove” ha dichiarato pensando alle elezioni locali municipali del 2020. “Se non ci organizziamo, non ho idea di come andrà a finire. Avremo fatto tutto questo per niente”.  Il partito, che sta per essere formalizzato legalmente con il nome provvisorio “Les Émergents”, farà lobbying per significative riforme fiscali e per rimettere le questioni sociali sul tavolo.

Nel frattempo, il primo ministro francese Edouard Philippe, ha annunciato oggi che il governo sta per introdurre la nuova legge contro i manifestanti violenti aumentando il numero dei poliziotti in vista della prevista nuova manifestazione di questo fine settimana. 80 mila agenti di polizia e gendarmi verranno mobilitati in tutta la Francia, di cui quasi 5 mila saranno a Parigi.

Modellata sulle leggi esistenti contro il “teppismo”, le persone che si presenteranno senza autorizzazione o che copriranno il loro volto, persone che manifesteranno semplicemente per provocare violenza e distruggere le strade, saranno arrestate e potrebbero anche essere tenute a pagare il danno che infliggono. “Dobbiamo proteggere la libertà delle persone di protestare e punire coloro che vogliono violare tale diritto. Coloro che minacciano le nostre istituzioni non avranno l’ultima parola”, ha dichiarato il primo ministro.

Speriamo che l’irrazionalità umana questa volta non prevalga. Da sempre, l’uso della violenza genera violenza.