Questa intervista a Rivo Cortonesi è diversa dal suo solito. Niente politica libertaria ma un’invenzione vincente a vantaggio di tutti gli amanti della bevanda più popolare al mondo.

Un’intervista di Francesco De Maria.

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Ingegner Rivo Cortonesi, quando è germogliata nella sua mente l’idea di questa novità, e come?
Dopo che mi era stata regalata una macchina da caffè Nespresso con il relativo stock di capsule gratuite a seguito. Quando sono terminate sono passato in negozio a Lugano ad acquistarne delle nuove. Ed è qui che è scattato il primo dubbio sulla convenienza economica di questo sistema di fare il caffè. Ho trovato infatti il prezzo di mezzo franco a capsula non in linea con le mia aspettative. Nondimeno ne ho acquistate qualche decina, ripromettendomi di valutare in seguito con calma se continuare o no ad usare questo tipo di capsule. Un giorno ne ho aperta una, l’ho guardata con attenzione in ogni dettaglio, sia all’interno che all’esterno, e non me la sono sentita di continuare a farne uso. Beninteso, non dispongo di prove scientifiche per certificare questi miei dubbi, che sono dubbi legati alla possibilità che le capsule usa e getta, in alluminio o in plastica, possano nuocere alla mia salute. Semplicemente non ho più ritenuto di bere con il caffè possibili micro o nano residui di carta alluminata, né effluvi di colle, di superfici colorate, e altro ancora che non fosse solo e soltanto caffè.

Lei, attivo da molti anni come ingegnere, si era mai occupato di caffè (o di qualcosa di analogo)?
No, non mi ero mai occupato di caffè, né di qualcosa di analogo. Ma, al di là del diverso tipo di mercato in cui opero, l’aspetto “idraulico” legato all’erogazione del caffè fa parte del mio bagaglio tecnico. Nell’ormai lontano 1976 mi sono infatti laureato in ingegneria meccanica con una tesi sull’idrodinamica dell’iniezione di combustibile nei motori Diesel veloci, attraverso la quale mi è stato possibile approfondire, anche praticamente, le conoscenze, fino allora solo teoriche, sulla fluidodinamica dei liquidi in pressione. Conoscenze che mi sono tornate molto utili nel confrontarmi con un problema più ostico di quanto mi aspettassi: quello della migliore erogazione possibile del caffè con ogni grado di macinatura, sia per Moka che per Espresso.

Capssana contiene un concetto originale ed innovativo? Se sì, quale?
Il modo di funzionare delle capsule usa e getta è, idraulicamente parlando, molto diverso da quello delle capsule Capssana. Nel primo sistema l’erogazione del caffè avviene dopo che la capsula ha raggiunto una pressione tale da far “esplodere” la carta alluminata che la sigilla contro un’apposita matrice forata. Nel sistema Capssana, essendo tutta la capsula interamente realizzata in acciaio inox, non è possibile far esplodere la superficie di erogazione, anche perché la capsula non sarebbe poi riutilizzabile. Quindi per evitare che il caffè cominci ad uscire prima che l’acqua abbia raggiunto analoghe condizioni di pressione e temperatura l’unica via che rimane è quella di creare “fluidicamente” una resistenza paragonabile a quella della carta alluminata prima e dopo la sua frammentazione. Questo è possibile attraverso un dispositivo, che ho chiamato “magic button”, e che fa la differenza tra Capssana e altre capsule inox, messe sul mercato con gli stessi nostri buoni propositi, ma con mediocri risultati quanto a qualità del caffè erogato. E questa è la china che ci troviamo, ahimè, a dover risalire. Convincere il mercato che Capssana è diversa. Questa diversità è riassunta nella domanda di brevetto depositata.

Quali svantaggi presentano le capsule tradizionali?
Sono quelli a cui ho già accennato:

  • svantaggi economici: anche capsule usa e getta a basso costo non reggono il confronto con il costo del solo caffè acquistato già macinato o in grani
  • svantaggi ambientali: sono decine di migliaia le tonnellate di capsule usa e getta da smaltire e anche il ciclo produttivo di quelle riciclabili, per la quota parte in cui ciò realmente avviene, è viziato da un grande fabbisogno energetico con conseguenti ripercussioni ambientali
  • possibili rischi per la salute, che, per quanto mi riguarda, io ho deciso di non volere assolutamente correre.

Hanno però innegabilmente un grande vantaggio: sono già pronte all’occorrenza. E questo vantaggio non può essere ignorato, specie nella società odierna, dove tutto avviene a grande velocità. Per questo, nella progettazione di Capssana, ho posto una grande attenzione alla velocità di riempimento, manuale o automatico, e ad un altrettanto semplice e veloce recupero del caffè usato da utilizzare come concime per piante e fiori. Per la stessa ragione ho escluso la vendita di capsule singole. Per essere già pronte all’occorrenza, come le capsule usa e getta, ho pensato di venderle in kit di più capsule, commisurati al consumo personale giornaliero medio di acquirenti tipo.

In quale misura Capssana è un progetto ticinese?
È un progetto ticinese da cima a fondo. Tutte le aziende che hanno collaborato alla sua prototipazione e realizzazione definitiva hanno sede in Ticino.

Ci presenti una concisa scheda tecnica del prodotto.
Capssana è una capsula in acciaio inox, ricaricabile e riutilizzabile, compatibile con le macchine originali per caffè in capsule Nespresso.

È partita la fase sperimentale? Quanto durerà? Ha trovato degli investitori interessati?
La fase sperimentale è, non solo partita, ma addirittura terminata. Siamo pronti per la produzione e commercializzazione in grande serie.
Gli investitori non servono. Servono ordini. Farci conoscere prima possibile e in un mercato più vasto possibile. Questo è quello che serve. Il miglior modo per sostenere il progetto Capssana è dunque quello di ordinare le capsule Capssana.

Che cos’è accaduto il 2 gennaio scorso?
È accaduto che, prima di uscire direttamente sul mercato attraverso uno shop online, il 2 di gennaio ho deciso di dare un po’ di visibilità internazionale al prodotto pubblicando il suo progetto sulla piattaforma online statunitense KICKSTARTER. Fino al 2 marzo sono vincolato ad effettuare le vendite tramite questo portale, poi potrò farlo liberamente sul sito di Capssana. Se sarà raggiunto il target di vendite fissato (52’000 CHF) questi soldi saranno impiegati per la produzione destinata al corrispondente numero iniziale di clienti Capssana che hanno prenotato le capsule su KICKSTARTER. Ciò consentirebbe di far partire le officine meccaniche ticinesi, tutte specializzate in meccanica di precisione, quale richiesta dalle parti “sensibili” di Capssana, con commesse commisurate ai costi di produzione calcolati. Diversamente le prenotazioni sarebbero annullate sollevando i sostenitori dal loro impegno economico e l’avvio potrebbe essere più lento, ma sempre di avvio si tratterebbe. L’abbandono del progetto non è in discussione, perché ci credo troppo.

Se tutto funzionerà a dovere e se il prodotto avrà successo, quale ampiezza potrebbe assumere l’operazione? In quali paesi pensate di vendere?
Il prodotto funziona già a dovere. Per questa e per le altre considerazioni già fatte sono ottimista sul suo successo. Ad una condizione: che riusciamo a renderci visibili. La sfida non è da poco, perché il nostro non è non sarà un mercato locale, ma il mondo intero.

Noi sappiamo che Capssana è “Nespresso-compatibile”. Per tale ragione ha dovuto richiedere un permesso all’azienda, o trovare un accordo?
Nessun permesso e nessun accordo. Siamo gli ultimi di una lunga lista di fornitori di capsule compatibili Nespresso, che come tali si definiscono sul mercato. L’unica differenza è che Capssana è una capsula in acciaio inox e non in plastica. Nespresso è già uscita con una nuova macchina, coperta, immagino, da un nuovo brevetto in sostituzione di quella originale, che rimarrà sul mercato penso per almeno qualche anno. A Capssana ne basta uno. Lo stretto tempo necessario perché possa venir apprezzata dal mercato.

Sta lasciando intendere che in futuro ci saranno anche delle macchine Capssana? Le sta già progettando?
Se nel 2019 riusciremo a renderci visibili sul mercato internazionale, non importa in quale misura, di lì a poco Capssana “viaggerà” su macchine da caffè Capssana, interamente in acciaio inox. Questa è la mia filosofia in chiave di “qualità svizzera”. Il progetto, almeno per quanto riguarda il design, è già avviato.

Un’ultima domanda. Lei preferisce il caffè o il tè?
Di gran lunga il caffè, ma c’è chi ha provato Capssana anche con il tè e pare che sia niente male.

Esclusiva di Ticinolive

Sito di Capssana:
capssana.ch

Per ordinare un kit di capsule Capssana su KICKSTARTER:
https://www.kickstarter.com/projects/1814992274/capssana-a-nespresso-compatible-pod-with-a-magic-b?ref=discovery