Il segretario dell’Ufficio stampa della Casa Bianca, Sarah Sanders, ha annunciato con una nota che a causa della chiusura del governo la delegazione statunitense ha annullato il viaggio programmato a Davos. “Per gli 800 mila grandi lavoratori americani che non ricevono la retribuzione e per garantire che la squadra del presidente possa assistere secondo necessità”, ha detto Sanders.

Precedentemente il presidente Trump aveva già cancellato la sua presenza in Svizzera danado la colpa all’intransigenza dei democratici sulla sua presenza nel dibattito sulla sicurezza delle frontiere. Si era comunque deciso che la delegazione americana si sarebbe recata al meeting economico mondiale anche senza il presidente Trump, e che sarebbe stata guidata dal segretario del Tesoro, Steven Mnuchin, dal segretario di Stato, Mike Pompeo, dal ministro per il Commercio, Wilbur Ross, dal rappresentante commerciale, Robert Lighthizer, e dal vice capo dello staff per il coordinamento delle politiche Chris Liddell.

Ma Trump, dopo aver negato giovedì alla presidente della Camera, Nancy Pelosi, appena un’ora prima della sua partenza, l’uso di un aereo militare per una visita programmata della delegazione del Congresso in Belgio, dove ha sede la NATO, e poi in Afghanistan per visitare le truppe americane, è stato costretto ad annullare del tutto anche il viaggio della sua delegazione a Davos.

La motivazione per aver negato l’utilizzo dell’aereo militare e magari suggerire di prendere un volo commerciale, è stata quella di cercare di persuadere la presidente della Camera a rimanere a Washington per negoziare e terminare la parziale chiusura del governo che è entrata nella sua quarta settimana.

Ma logicamente Trump ha dovuto rispondere a diversi membri del Congresso che criticavano la scelta di bloccare la visita alle truppe USA in una zona di guerra e consentire invece alla delegazione della Casa Bianca di andare ad incontrare l’élite finanziaria presso la stazione sciistica svizzera.

Pelosi, per ragioni di sicurezza non aveva annunciato pubblicamente in anticipo il suo viaggio, e pochi sapevano del suo itinerario. La mossa di Trump ha indignato i parlamentari democratici i quali si sono chiesti se abbia l’autorità per controllare i viaggi del Congresso.

Trump aveva visitato il Forum l’anno scorso, vantandosi di essere stato il primo uomo d’affari eletto come vero presidente americano in quanto i suoi predecessori erano tutti dei generali o uomini politici. Il World Economic Forum di Davos viene frequentato sia da leader mondiali che da importanti finanzieri, ma anche da molti suoi avversari. Infatti il Forum, che ha come obiettivo quello di riunire i principali esponenti politici e imprenditoriali per dare forma a programmi industriali globali ha la tendenza ad attirare delegati che promuovono il libero scambio e incoraggiano alleanze internazionali.

Idee completamente in contrasto con Trump e la sua “America First”.