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“L’Italia non ha mai chiesto la mia estradizione alla Svizzera, ed una “consegna” come la richiede la Lega dei ticinesi equivarrebbe a una deportazione alla boliviana, che la Confederazione non prevede”.

“Sono passati 40 anni e l’Italia si è sempre mossa in una logica di vendetta, come si è ben visto anche nel caso Battisti, e non ha mai rinunciato a un quadro giuridico d’eccezione. In una giustizia normale la “certezza della pena” vale anche per il detenuto: io sono stato scarcerato quasi venti anni fa, e sto ancora come prima dell’arresto, senza sapere se un giorno o l’altro mi riarrestano o mi riprocessano per qualcosa”. (da tio.ch)

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Cesare Battisti al processo dei PAC. Foto Wiki commons

Lojacono, com’è logico e com’è umano, difende se stesso, e controaccusa: l’Italia ha una “logica di vendetta”. Povera Italia, forse un corso accelerato di “buonismo” le gioverebbe.

Il terrorista dovrebbe anche capire che la “deportazione boliviana” non equivale alla deportazione di un ebreo verso Auschwitz.

Quanto alla “certezza della pena” (per Battisti), tale certezza esiste adesso. Esisteva forse ai tempi di Mitterrand?

Se uno uccise, l’altro non esitò a proteggere l’uccisore.