Gli aperitivi elettorali sono meravigliosi, una delle cose più belle al mondo. Ma sono, soprattutto, un’autentica sofferenza. Il popolare “Manora” giovedì sera era strapieno, non ci si poteva muovere. Dopo dieci minuti un tizio ha rovesciato un intero calice di prosecco sul mio vestito buono. Forse era maldestro, o forse non gradisce ciò che scrivo. Chissà. Mi hanno assicurato che il prosecco non lascia tracce.

Arriva il Beltra e mi accoglie con un rimprovero. “Hai commesso un errore!”. Ne faccio in continuazione. “Non hai scritto che questo aperitivo era riservato agli amici!”. Non mi era neanche venuto in mente. Ma perché poi uno dovrebbe prendersi la briga di organizzare aperitivi per i nemici?

Paolo Beltraminelli, consigliere di Stato, esce da un “annus horribilis” che è quasi un biennius. Ha commesso degli errori (lo ha ammesso lui stesso). Ha subìto attacchi duri e incessanti, spietati, che (ma può essere solo un’opinione) andavano oltre il segno e un giusto meritato rimprovero.

Ma è un uomo forte il Beltra, forte e ottimista. Sembra in “recupero” ed è ansioso di battersi. Il partito (inteso come potentato e come struttura) gli ha mostrato il suo sfavore con il voto del Comitato cantonale, che ha premiato il valido e ascendente De Rosa. Ma alla fin fine il consigliere di Stato lo elegge il popolo (per fortuna) e davanti al popolo (non solo democristiano, ci sono anche i pagani) Paolo conserva le sue chances.

Il patron del Corriere avvocato Fabio Soldati con il Sindaco, che ha fatto i DUE aperitivi: De Rosa e Beltra. Se ne facessi uno anch’io, sicuramente verrebbe.

Ero impedito e la folla premeva, su di me come su tutti. Mi affannavo con la mia fedele piccola Canon cercando di mettere in carniere qualche foto “potabile”. Forse avrei dovuto ingaggiare un fotografo professionista, ma quanto mi sarebbe costato? Chi fa da sé fa per tre. Da bere e mangiare ce n’era, ma non dovevo procurarmi il cibo perché avrei cenato al Club.

Mentre l’apero procedeva e il Beltra salutava e abbracciava a destra e a manca, io riflettevo. Che cosa vorrei sapere da Paolo? Quali domande vorrei porgli?

Come ci si sente quando la stampa ti attacca? Hai saputo conservare gli amici? Quanti ti hanno lasciato cadere, ti hanno abbandonato? Ci sono dei momenti in cui hai pensato “non posso farcela”?

C’è la psicologia della persona (l’astuzia, la tenacia, la fedeltà, il coraggio, la forza d’animo, la pusillanimità, la doppiezza, il tradimento) e c’è la psicologia della massa, che può essere modellata con abili tecniche. Se domandassero a me “quanto conta la psicologia in politica?” risponderei convinto “ben  oltre il 50%”.

“Onorevole Fonio, mi faccia una dichiarazione”. “Leggo spesso quello che lei scrive, è interessante. Non sono mai d’accordo con lei” (ride, ndR). Questo mi tranquillizza, la serata procede bene. “Dichiaro che il PPD, che molti vorrebbero morto, è invece ben vivo e affronta questa elezione con fiducia ed entusiasmo”.

Sì, la competizione fa bene al PPD. C’è un clima positivo e tanta voglia di battersi. Forse anche la speranza di essere usciti dal tunnel, un lungo incubo che ha messo in croce il capo del DSS e, con lui, tutto il partito.

Il Rapporto finale della Commissione parlamentare d’inchiesta non è troppo sfavorevole a Beltraminelli, anzi in un certo senso ha migliorato la sua posizione pericolante. Ci sono altri responsabili, non è solo lui, non tutto grava sulle sue spalle (indubbiamente larghe).

La “par condicio” del presidente. Fiorenzo Dadò non ha fatto (per quanto ne so) né A (De Rosa) né B (Beltra). Il presidente deve osservare l’equidistanza!

 Fabio Soldati, un aneddoto. Incontro con piacere il mio vecchio amico scacchista, che col suo Corriere nel Cantone fa l’opinione. Ha visto il suo Amministratore delegato involarsi all’improvviso verso il vertice RAI. “È passato di colpo da 300.000 a 60.000.000” ha commentato imperturbabile l’avvocato Tettamanti, che di cifre si intende. 

Siamo sballottati dalla folla ma cerchiamo ugualmente di barattare qualche parola. Mi dice: “Sono stato anch’io in politica. In campagna elettorale organizzai un bell’aperitivo in un comune, importante per me”. “Quale?” “Non mi viene in mente. Fu un trionfo (è pur vero che pagavo da bere a tutti). Tutti mi applaudivano, mi sentivo amato, un eroe. Dopo la votazione andai a verificare (è possibile) il numero di preferenze da me ottenute in quel comune: tre!“. “Prego, un prosecco per l’avvocato. San Pellegrino per me”.

La politica è così. Se uno non la sopporta, può dedicarsi al golf o al bridge (stupende attività competitive). A Magliaso hanno un circolo di bridge che svolge una bella attività.