Inizia oggi un viaggio che si può descrivere come storico per Papa Francesco. Domani il pontefice partirà per raggiungere gli Emirati Arabi Uniti. E questa volta parlare di occasione storica non è un’esagerazione: è la prima volta in 2mila anni di cristianesimo che un papa mette piede nella penisola arabica. Sarà un’esperienza unica anche per gli abitanti di Abu Dhabi in quanto Papa Francesco celebrerà la messa allo Zayed Sports City Stadium davanti a 130mila persone. Per molti dei dipendenti del settore privato in possesso del permesso per partecipare alla messa il 5 febbraio sarà considerato un giorno festivo.

Si tratta di un incontro interreligioso che ha l’obiettivo su suggellare la Fratellanza umana: all’evento parteciperanno infatti circa 700 leader di varie religioni, accolti dallo sceicco Mohammed bin Zayed Al Nahyan. Secondo molto osservatori internazionali tuttavia, tra cui Amnesty International, quella della Fratellanza umana sarebbe un’ottima opportunità per gli Emirati Arabi di sfoggiare una tolleranza religiosa in realtà inesistente. Nonostante le minoranze religiose abbiano il diritto di esistere nella penisola arabica come in altri paesi del mondo, Amensty denuncia una “sistematica repressione di ogni forma di dissenso e di critica”.

Non poche polemiche ha generato anche il fatto che gli Emirati fanno parte della coalizione capeggiata dall’Arabia Saudita in Yemen che ha lo scopo di combattere Houthi, un movimento ribelle armato. Nel contrastare il movimento tuttavia l’Arabia Saudita massacra indistintamente i civili dando vita, secondo ONU, alla “peggiore attuale crisi umanitaria provocata dall’uomo”. Non a caso infatti, il pontefice nel suo Angelus domenicale ha parlato proprio di questo: “Seguo con grande preoccupazione la crisi umanitaria nello Yemen. La popolazione è stremata dal lungo conflitto e moltissimi bambini soffrono la fame, ma non si riesce ad accedere ai depositi di alimenti. Il grido di questi bambini e dei loro genitori sale al cospetto di Dio. Faccio appello alle parti interessate e alla Comunità internazionale per favorire con urgenza l’osservanza degli accordi raggiunti, assicurare la distribuzione del cibo e lavorare per il bene della popolazione. Invito tutti a pregare per i fratelli dello Yemen” ha dichiarato il pontefice.

L’obiettivo dello storico viaggio è indubbiamente quello di promuovere la pace e il dialogo con quella parte dell’Islam tollerante e pronta a unire le forze anche con le altri religioni per combattere il fondamentalismo e contribuire “alla comprensione reciproca e alla pacificazione nella regione del Medio Oriente” come riferito dal vicario apostolico dell’Arabia Meridionale Paul Hinder.